Vi giunga il mio fraterno saluto in modalità cartolina – sicuramente più adeguata ai miei ricordi – da un luogo che geograficamente non è; bensì un tempo, tempo giubilare. Seguendo le coordinate della tradizione popolare questo traguardo si colora di tinte d'argento e, considerando la velocità della vita odierna, mi sento catapultato in un già e non ancora dai riflessi dorati. Sì!!! Perché provo a voltarmi indietro e, dalla memoria del cuore, riaffiora prepotente la domanda: È possibile siano trascorsi 25 anni??? Incredulo ritorno a quel dies natalis datato 24 settembre 1998 che mi ha visto muovere i primi passi ministeriali come educatore nei seminari – diocesano prima e regionale poi. E disincantato, invece, guardo questo oggi da parroco con un bagaglio di volti e storie che hanno impreziosito la mia esperienza presbiterale, oltre quell'argento e quell'oro temporali. Vi confido, infatti, che il rischio di manipolare e dunque idolatrare il ministero (la Scrittura insegna: di argento e di oro sono gli idoli scolpiti dalle mani dell'uomo) è stato sempre dietro la porta di casa. Cosa mi ha giovato? Strano a dirsi ma il ritrovarmi a celebrare quotidianamente con un calice e una patena di legno d'ulivo, doni della comunità pastorale negli anni di formazione. Verrebbe immediato il riferimento alla Croce! In realtà, non è così!! Essi, anzitutto, mi rimandano alle mie ferite, quelle che mi porto nella carne e che riscopro via preferenziale per essere uomo alla perfetta statura di Cristo Crocifisso e Risorto. E se dovessi con un linguaggio altro, ossia un'equazione matematica, scomodare Collodi e la sua fiaba, mi verrebbe da aggiungere: il legno sta al burattino come la carne sta al bambino. Scegliere di mantenere contatto, senza adattamenti e nella libertà, col mio essere bambino, è risultato un modo faticoso ma concreto per restare ancorato a quel tratto di umanità e di adultità che la gente, di questi tempi, desidera vedere e toccare nel prete; e come qualcuno opportunamente ha dichiarato, prete...contento di esserlo!
don Salvatore Casole
diocesi di Nardò-Gallipoli