“Quando la chiesa diventa chiusa, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno, una chiesa chiusa è ammalata, la chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano.” (Papa Francesco, Veglia di Pentecoste 2013)
Il gruppo di interesse di “Pastorale Sociale e del Lavoro” ha l’obiettivo di far riflettere i seminaristi guardandosi un po’ intorno, guardando fuori.
Guardando fuori, per vedere una società in cui lavoro spesso manca, o, se c’è, spesso è sottopagato, in “nero”, o non valorizza l’uomo nella sua piena dignità.
Guardando fuori, per vedere l’immigrato che lascia la propria terra e affronta il mare, per trovare lavoro e cerca rifugio in uno dei Centri di Accoglienza Straordinaria, come quello che i giovani del biennio visitano settimanalmente e che si trova a Bisceglie.
Guardando fuori, e entrando in contatto con le giovani donne vittime della tratta delle prostitute e che popolano le strade provinciali della nostra terra; le stesse donne che i ragazzi del triennio incontrano insieme alla Comunità “Giovanni XXIII” di Andria.
Guardando fuori, e notare che è ancora possibile vivere non seguendo le logiche meschine dell’economia mondiale, ma secondo il commercio equo, giusto e solidale.
Guardando fuori, per comprendere che la mafia non è un’associazione, ma uno stile di vita che, purtroppo, da fuori riesce ad arrivare dentro, anche dentro la Chiesa stessa.
Guardando fuori, e capire che pace e politica, se si vuole, possono ancora andare d’accordo.
Questo, e molto altro, è quello che prova a fare la Pastorale Sociale, guardando fuori!
“Nei grandi seminari si provvedano adeguati strumenti per un’utile articolazione della vita comunitaria: essa potrà essere ottenuta sia attraverso la costituzione di centri d’interesse e di attività di servizio, sia attraverso veri e propri gruppi capaci di favorire il cammino educativo delle persone, purché si collochino armonicamente nel ritmo di vita della grande comunità. I gruppi sono sempre da considerarsi funzionali rispetto alla comunità”. (FP 110)
I gruppi di interesse hanno funzione promovente di servizio, di confronto e di incontro: rispecchiano uno stile di convivenza, ma soprattutto rappresentano la modalità concreta di attuazione del cammino formativo nei suoi aspetti portanti (personale, spirituale, comunitario, culturale e pastorale) e in alcuni ambiti della pastorale della Chiesa.