Mentre rimandiamo per maggiori approfondimenti alla prossima pubblicazione de IN DIALOGO, condividiamo qui due brevi interviste ad un seminarisita e ad una ragazzadella Diocesi che hanno vissuto, in prima persona, la #MG19
Federico, Martina Franca – IV anno
Raccontaci la missione in una parola
La missione in una parola è stata famiglia. Famiglia credo sia il termine che meglio racchiuda la mia esperienza a Brindisi perché sia in parrocchia sia a scuola abbiamo trovato o siamo riusciti a creare un clima familiare; nel saluto finale confidavo alla comunità che pur essendo trascorsi solo dieci giorni, sembrava ormai conoscerci da sempre.
Dove sei stato?
Sono stato a Brindisi, ospitato dalla Parrocchia della Pietà, retta da una comunità di frati francescani minori. Questo a livello diocesano mi ha concesso di partecipare più facilmente ai vari eventi organizzati dalla diocesi tra cui i due seminari nelle università di infermieristica e ingegneria, dove interessanti sono stati gli interventi dei relatori e la possibilità di un dibattito successivo con loro o comunque di avere uno spazio per dialogare fra di noi studenti. L’incontro con gli ospiti della casa circondariale di Brindisi è stato un momento per confrontarci con loro che troppo spesso vengono esclusi o dimenticati dalle nostre vite, o semplicemente non ci interessiamo sia di loro sia delle famiglie che sono costretti a lasciare per rivedere forse dopo tanto tempo. Sicuramente mi ha fatto bene la presenza costante sui luoghi di Matteo Farina, proprio per ricordarmi di questo giovane e della sua esperienza di santità non vissuta secondo chissà quali grandi progetti ma nella quotidianità di ogni giorno.
Cosa hai fatto?
Nella realtà locale di Brindisi ho avuto modo di incontrare e a volte anche scontrarmi con la mentalità, il vissuto e i problemi di una grande città. Gli eventi vicariali non hanno riscosso molto successo nella presenza di giovani esterni alle iniziative ma è da riscontrare una bella collaborazione fra le diverse parrocchie di Brindisi e nel concreto questa bontà si è sentita nelle nuove relazioni nate prima, durante e dopo la missione stessa. In parrocchia, con Marios, la nostra è stata una presenza silenziosa. L’accoglienza dei frati è stata sin dall’inizio ciò che ha contribuito a creare quel contesto familiare. La loro comunità anche se piccola ci ha fatto pregustare il ritorno alla vita comunitaria in seminario. I ragazzi man mano che ci hanno conosciuto, non hanno esitato ad aprirsi con noi e noi con loro, ed è stato emozionante portare la nostra esperienza di vita e condividere il perché e le domande che ci hanno spinto a entrare in seminario. La speranza è di aver suscitato a mia volta domande e che queste possano fiorire in chi le porta con sé.
Una parola sulla esperienza nelle scuole superiori
Nelle scuole siamo stati favoriti nella nostra missione per aver trovato gli studenti già informati circa la nostra “apparizione” e nonostante l’imbarazzo che normalmente si crea nelle classi dove siamo ospiti, si sono creati dei momenti di confronto aperto e alcune volte anche inaspettato soprattutto nelle classi di scuola media, dove bisognava conciliare domande difficili con risposte semplici e accessibili alla loro età (se Dio è uno perché ne preghiamo tre? Chiaramente non potevamo riproporre il corso di trinitaria, e questa era per noi una sfida).
La domanda che ti porti dentro dopo questi giorni
La domanda che mi porto, anche se può apparire banale, è proprio quella a fondamento di tutta la missione: “Per chi sono?”. La risposta a questa domanda sarà una vita spesa in modo eucaristico.
Anna Chiara, Leverano
Raccontaci la missione in una parola
La missione in una parola? Più che altro un binomio: sinergia-energia, per la bella cooperazione che c’è stata nei momenti di preparazione, ma soprattutto durante la Missione, e per lo scossone che la semplicità delle vite e della fede dei seminaristi ha portato nelle nostre vite.
Dove sei stata?
Insieme ai ragazzi del seminario abbiamo davvero attraversato la nostra Leverano. Per noi, in particolare, ha significato riacquistare gusto di appartenenza alle comunità parrocchiali e cittadina, nella presentazione delle nostre realtà, accompagnandoli nei luoghi dei giovani, improvvisandoci per loro guide nelle strade del centro!
Cosa hai fatto?
Potesse parlare l’agenda di quei giorni! Racconterebbe non solo degli incontri con i ragazzi della parrocchia, ma anche degli eventi proposti ai giovani “fuori dal giro”, come nella serata di Giovani in dialogo. I momenti più piacevoli sicuramente quelli dopo i classici incontri strutturati, in cui con i seminaristi ci siamo confrontati in modo spontaneo, semplicemente tra giovani: a cena, durante una passeggiata o nel pomeriggio al mare!
Una parola sulla esperienza nelle scuole superiori
Delle ore passate nelle scuole raccolgo l’entusiasmo di ragazzi e docenti che, in entrambi gli istituti secondari di Leverano, dicono della genuinità con cui i seminaristi si sono raccontati e di quanto ora gli interrogativi di vita abbiano un significato nuovo anche a scuola.
La domanda che ti porti dentro dopo questi giorni
La domanda che mi porto da questa Missione me la sono incredibilmente ritrovata stasera, durante uno spettacolo teatrale: hai trovato la via? Forse è proprio questo il senso della nostra vita, cercare la strada che può renderti felice, qualsiasi sia la meta, qualsiasi sia la risposta. Ma sicuramente, in questi giorni di grazia trascorsi con la compagnia speciale di chi è in ricerca, nello stare insieme e nel volerci bene, noi giovani abbiamo potuto sentire la bellezza della vera Via.