XXXI domenica del Tempo ordinario – 03 novembre 2019
Testi della Liturgia della Parola
Sap 11,22 – 12,2
Sal 144
2Ts 1,11 – 2,2
Lc 19,1-10
“Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato”. Così il libro della sapienza ci accoglie nella XXXI domenica del tempo ordinario. Si nasconde in questa Parola uno di motivi principali del cammino delle scorse domeniche con le catechesi sulla preghiera che in vario modo Gesù propone ai suoi: pregare per imparare lo sguardo di Dio, pregare per lasciarsi contagiare dl modo di Dio di vedere le cose. Spesso i discepoli del Signore e chi si impegna con ascesi e rigore nella vita spirituale rischia di riconoscere così tanto il sacro e il profano da dividerli nettamente. Sacro e profano sono categorie ideali, ma “la realtà è superiore all’idea”, ed il Signore ama la realtà, non le idee. Per questo Dio ha amore per ogni realtà, anche se il tempo, le condizioni, le scelte sbagliate a volte la rovinano o snaturano del tutto. Eppure quella realtà, quella persona, è sempre quella che Dio ha creato e per cui non perde il suo carico di amore. Per questo Gesù, mentre passeggia a Gerico, distoglie lo sguardo da tanti uomini e donne e sceglie di fissarlo solo su una persona, come se amasse solo lui e nessun’altro. Forse proprio quello sguardo ha ricordato a Zaccheo la realtà che era, aprendo il suo cuore all’eco della creazione stupenda di Dio che aveva perso di vista e dimenticato. E quando la preghiera ci fa sperimentare questo sguardo unico e carico di amore si sprigiona quel miracolo che Paolo augura agli abitanti di Tessalonica, che il Signore “porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui”. Lasciarsi coinvolgere in questo guardo permette di ri-creare l’immagine di sé, Zaccheo non sarà più separato ma scende con tutti; l’immagine degli altri, non più “cose” di cui approfittarsi ma fratelli con cui condividere; l’immagine di Dio, non più “uno” da spiare ma un intimo amico e compagno di dimora.
Ora tocca noi fare un piccolo scatto, una piccola corsa, saltando i pregiudizi che abbiamo verso noi stessi. E se conosciamo già questa esperienza di amore diventiamo rami per i nostri fratelli e sorelle, perché ricordino lo sguardo onnipotente di amore del Signore Gesù, per cantare tutti insieme come nel salmo “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature”.
XXXI domenica del Tempo ordinario – 03 novembre 2019
Testi della Liturgia della Parola
Sap 11,22 – 12,2
Sal 144
2Ts 1,11 – 2,2
Lc 19,1-10
“Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato”. Così il libro della sapienza ci accoglie nella XXXI domenica del tempo ordinario. Si nasconde in questa Parola uno di motivi principali del cammino delle scorse domeniche con le catechesi sulla preghiera che in vario modo Gesù propone ai suoi: pregare per imparare lo sguardo di Dio, pregare per lasciarsi contagiare dl modo di Dio di vedere le cose. Spesso i discepoli del Signore e chi si impegna con ascesi e rigore nella vita spirituale rischia di riconoscere così tanto il sacro e il profano da dividerli nettamente. Sacro e profano sono categorie ideali, ma “la realtà è superiore all’idea”, ed il Signore ama la realtà, non le idee. Per questo Dio ha amore per ogni realtà, anche se il tempo, le condizioni, le scelte sbagliate a volte la rovinano o snaturano del tutto. Eppure quella realtà, quella persona, è sempre quella che Dio ha creato e per cui non perde il suo carico di amore. Per questo Gesù, mentre passeggia a Gerico, distoglie lo sguardo da tanti uomini e donne e sceglie di fissarlo solo su una persona, come se amasse solo lui e nessun’altro. Forse proprio quello sguardo ha ricordato a Zaccheo la realtà che era, aprendo il suo cuore all’eco della creazione stupenda di Dio che aveva perso di vista e dimenticato. E quando la preghiera ci fa sperimentare questo sguardo unico e carico di amore si sprigiona quel miracolo che Paolo augura agli abitanti di Tessalonica, che il Signore “porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui”. Lasciarsi coinvolgere in questo guardo permette di ri-creare l’immagine di sé, Zaccheo non sarà più separato ma scende con tutti; l’immagine degli altri, non più “cose” di cui approfittarsi ma fratelli con cui condividere; l’immagine di Dio, non più “uno” da spiare ma un intimo amico e compagno di dimora.
Ora tocca noi fare un piccolo scatto, una piccola corsa, saltando i pregiudizi che abbiamo verso noi stessi. E se conosciamo già questa esperienza di amore diventiamo rami per i nostri fratelli e sorelle, perché ricordino lo sguardo onnipotente di amore del Signore Gesù, per cantare tutti insieme come nel salmo “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature”.
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