Amare nella libertà è stato scritto nel 2007 da Timothy Radcliffe e pubblicato dalla Casa Editrice Qiqajon. Il testo parla della sessualità e della castità alla luce dell’Eucaristia facendo riferimento alla consegna di Gesù fatta ai discepoli durante l’ultima cena: «Questo è il mio corpo, offerto per voi» (cfr. Lc 22,19). In effetti l’eucarestia è fondata sul dono che Cristo fa del suo corpo. Spesso proprio noi cristiani abbiamo la tentazione di pensare che tutto ciò che riguarda il nostro corpo, come l’affettività e la sessualità, sia un tabù. L’autore del testo sottolinea che fra tutte le religioni «il cristianesimo è proprio quella più legata alla dimensione di carne e di sangue dell’uomo». Radcliffe scrive: «è necessario amare con quello che siamo, con la nostra sessualità, i desideri, le forti emozioni, con il bisogno che abbiamo di toccare e stare vicino agli altri». Dal XVII secolo, la cultura dominante ha presentato il corpo come una proprietà privata e questo spesso riflette lo strascico di una cultura che ci ha abituati a gestire così il nostro corpo e le nostre relazioni, non permettendo ad esso di svolgere il fine per cui è stato creato, quello di essere un canale di comunicazione che apre all’altro e aiuta a riconoscerlo per ciò che è, a partire da ciò che si è, senza illusioni. Il messaggio che Cristo porta all’umanità è il dono gratuito di un amore casto che non possiede nessuno ma è libero e liberante. È questo che siamo chiamati a fare: amare le persone in modo che esse siano libere di amare gli altri più di noi.