Testi della Liturgia della Parola
Is 35,1-6.8.10
Sal 145
Gc 5,7-10
Mt 11,2-11
“Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino” (Fil 4,4-5)
La voce di colui che invitava tutti a preparare la via del Signore, quella stessa voce possente e ferma che nel deserto esortava alla vera conversione del cuore si trasforma in esile interrogativo, sa farsi domanda a colui che sta rivelando il volto misericordioso del Padre.
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?” (Mt 11,3)
È proprio questo volto che mette in crisi l’immagine di un Dio che vorremmo realizzasse la salvezza con rapidità e incisività. Giovanni ci è maestro e guida nel delicato momento della crisi, quando accade che le stesse opere ci invitano a riconoscere che il giudice della storia non si manifesta come ce lo aspetteremmo, ma, nella carne del Figlio dell’uomo, sdraiato a mensa con i peccatori e gli smarriti di cuore. Attorno a lui la vita rifiorisce, le mani fiacche tornano capaci di operare, le ginocchia vacillanti possono riprendere la marcia nei sentieri della vita. Di fronte a questo modo di venire a salvare la storia umana, siamo invitati a riconoscere nel “più piccolo” il “più grande” secondo la logica del regno dei cieli. È questo il paradosso del Natale in cui celebriamo la venuta dell’onnipotenza divina nel gracile corpo di un bambino. Potremo dunque rallegrarci nel Natale (è l’invito di questa Domenica Gaudete) nella misura in cui sapremo convertire le nostre aspettative di vita e di gioia nella disponibilità ad accettare la scelta povera e debole dell’incarnazione. Chiamati a questa conversione senza scandalizzarci dei suoi modi e dei suoi tempi.