Testi della Liturgia della Parola
Mal 3,1-4
Sal 24
Eb 2,14-18
Lc 2,22-40
La Festa della presentazione di Gesù al Tempio ci ricorda che sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Celebriamo il giorno in cui Maria e Giuseppe conducono il bambino al Tempio per riscattarlo con il sacrificio di due tortore, secondo la Legge di Mosè: rito, con il quale il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Maria entra nel Tempio per manifestare al mondo colui che ha dato la Legge e la compie, e per accompagnare il Figlio nella sua prima offerta al Padre. Sembra quasi che la liturgia odierna voglia farci vivere un momento di passaggio, dal tempo di Natale a quello di Pasqua: l’evangelista Luca ci presenta Gesù ancora bambino nelle braccia della madre, ma ella già lo offre a Dio, preludio dell’offerta di tutta la sua vita. Se questa purificazione esprime la volontà di Maria di offrire il figlio a YHWH, rinunciando così ai suoi diritti di madre sul bambino, d’altro canto esprime non solo i diritti di Dio su questo bambino ma il suo essere irrevocabilmente consacrato a Lui e all’opera sacrificale e di redenzione della croce. Questo mistero viene presentato a noi oggi, che come il vecchio Simeone siamo chiamati alla possibilità di vedere la consolazione d’Israele e come lui siamo chiamati anche noi ad accogliere questo bambino e ad esplodere in un inno di lode e di benedizione perché Dio mediante questa preziosa presenza ci invita alla salvezza, lui che è luce e gloria per tutti i popoli, lui che è volto premuroso del Padre sull’uomo di ogni tempo. Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l’aurora della vita, la salvezza di Dio, ed è lo sguardo che oggi deve caratterizzare i nostri occhi nel cammino quotidiano della nostra vita. La liturgia ci presenta anche un altro atteggiamento che deve caratterizzare i nostri giorni e lo fa per mezzo della figura della profetessa Anna. Una donna che non lascia mai il tempio, che continua ad attendere e cercare, con digiuni e preghiere, con dolore e desiderio, notte e giorno, l’incontro con il Signore che viene. Anche noi, desiderosi di cercarlo e trovarlo, riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.
Filippo Piccininni (V anno)
Testi della Liturgia della Parola
Mal 3,1-4
Sal 24
Eb 2,14-18
Lc 2,22-40
La Festa della presentazione di Gesù al Tempio ci ricorda che sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Celebriamo il giorno in cui Maria e Giuseppe conducono il bambino al Tempio per riscattarlo con il sacrificio di due tortore, secondo la Legge di Mosè: rito, con il quale il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede. Maria entra nel Tempio per manifestare al mondo colui che ha dato la Legge e la compie, e per accompagnare il Figlio nella sua prima offerta al Padre. Sembra quasi che la liturgia odierna voglia farci vivere un momento di passaggio, dal tempo di Natale a quello di Pasqua: l’evangelista Luca ci presenta Gesù ancora bambino nelle braccia della madre, ma ella già lo offre a Dio, preludio dell’offerta di tutta la sua vita. Se questa purificazione esprime la volontà di Maria di offrire il figlio a YHWH, rinunciando così ai suoi diritti di madre sul bambino, d’altro canto esprime non solo i diritti di Dio su questo bambino ma il suo essere irrevocabilmente consacrato a Lui e all’opera sacrificale e di redenzione della croce. Questo mistero viene presentato a noi oggi, che come il vecchio Simeone siamo chiamati alla possibilità di vedere la consolazione d’Israele e come lui siamo chiamati anche noi ad accogliere questo bambino e ad esplodere in un inno di lode e di benedizione perché Dio mediante questa preziosa presenza ci invita alla salvezza, lui che è luce e gloria per tutti i popoli, lui che è volto premuroso del Padre sull’uomo di ogni tempo. Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l’aurora della vita, la salvezza di Dio, ed è lo sguardo che oggi deve caratterizzare i nostri occhi nel cammino quotidiano della nostra vita. La liturgia ci presenta anche un altro atteggiamento che deve caratterizzare i nostri giorni e lo fa per mezzo della figura della profetessa Anna. Una donna che non lascia mai il tempio, che continua ad attendere e cercare, con digiuni e preghiere, con dolore e desiderio, notte e giorno, l’incontro con il Signore che viene. Anche noi, desiderosi di cercarlo e trovarlo, riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.
Filippo Piccininni (V anno)
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