G. Nella preghiera di questa sera, ascoltando il vangelo di Matteo, ci lasceremo guidare dall'insegnamento dei piccoli, veri maestri dello spiritola piccolezza è la strada per seguire il Signore ed incontrare nell'autenticità i fratelli.
R. Christe, lux mundi, qui sequitur te, habebit lumen vitae, lumen vitae
Spirito che aleggi sulle acque, calma in noi le dissonanze, i flutti inquieti, il rumore delle parole, i turbini di vanità, e fa sorgere nel silenzio la Parola che ci ricrea.R.
Spirito che in un sospiro sussurri al nostro spirito il Nome del Padre, vieni a radunare
tutti i nostri desideri,
G. Nella preghiera di questa sera, ascoltando il vangelo di Matteo, ci lasceremo guidare dall'insegnamento dei piccoli, veri maestri dello spiritola piccolezza è la strada per seguire il Signore ed incontrare nell'autenticità i fratelli.
R. Christe, lux mundi, qui sequitur te, habebit lumen vitae, lumen vitae
Spirito che aleggi sulle acque, calma in noi le dissonanze, i flutti inquieti, il rumore delle parole, i turbini di vanità, e fa sorgere nel silenzio la Parola che ci ricrea. R.
Spirito che in un sospiro sussurri al nostro spirito il Nome del Padre, vieni a radunare tutti i nostri desideri, falli crescere in fascio di luce che sia risposta alla tua luce, la Parola del Giorno nuovo. R.
Spirito di Dio, linfa d'amore dell'albero immenso su cui ci innesti, che tutti i nostri fratelli ci appaiano come un dono nel grande Corpo in cui matura la Parola di
comunione. R.
Spirito di Dio, la d'amore dell'albero immenso su cui ci innesti, che tutti i nostri fratelli ci appaiano come un dono nel grande Corpo in cui matura la Parola di
comunione. R.
Ascoltiamo la Parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 1-7.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?". Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all'uomo a causa del quale viene lo scandalo!
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Silenzio di adorazione e meditazione personale Per riflettere…
La piccolezza è una condizione aperta alla relazione e alla comunione. Mentre la grandezza si appaga della propria autosufficienza e facilmente si rinchiude in un atteggiamento indisponibile a ogni forma di relazione, la piccolezza è invocante e accogliente, è fiducioso appello e gioioso stupore, quando l’appello viene raccolto. «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiore alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia» (Sal 130). La metafora è quella di un uomo che, sentendosi piccolo, si abbandona sereno a una presenza materna e protettiva, perché sa di aver bisogno, di poter trovare tutto ciò che gli permette di esistere. Chi è piccolo, infatti, non può vivere da solo, nutrirsi da solo, imparare da solo, riflettere da solo. Per allontanare la fame, il freddo, la paura, ha bisogno di sentire accanto una presenza che abbia la forza e la premura di difenderlo e di sostenerlo. Piccolezza evangelica è possedere questo senso di dipendenza, di apertura, di attesa; è riscoprire interiormente il gesto di una mano che si tende come fosse una preghiera, perché di tutto si ha bisogno. La piccolezza si trova perciò al centro di una fitta rete di relazioni: c’è un chiedere a cui risponde il donare, c’è un ricevere che a sua volta sente il bisogno di dare. «Chi è il più grande nel Regno dei cieli?», domandano un giorno i discepoli a Gesù. Allora Gesù chiama a sé un bambino, lo mette in mezzo e risponde: «Chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel Regno dei cieli». I piccoli hanno dunque una lezione da trasmettere. Sono loro che devono essere ascoltati. Essi sono i veri maestri. Rivelano, tra l’altro, quello che siamo, di quale pietà siamo capaci. Ci dicono quella verità custodita nel nostro cuore che spesso ci si rifiuta di conoscere.
C’è una piccolezza da vivere nella relazione educativa? Come esprimerla?
Provo appagamento e gioia quando i complimenti accrescono il mio ego?
Come un amico fa con un amico,
parlo con il Signore…
Preghiamo insieme dicendo: Insegnaci, Signore, ad essere come bambini!
Preghiamo insieme
O Signore, nostro Dio, †
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: *
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti †
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, *
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, *
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, *
il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, *
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, *
tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, *
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare, *
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio, *
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!