La bellezza di questo vangelo, centrato sulla predicazione del Signore, sta proprio in quel momento di intimità vissuto da Gesù con i suoi discepoli; le parole del vangelo sono rivolte ad ogni discepolo che confrontatosi con l’intimo desiderio di seguire Cristo sulla via della croce arriva a chiedersi quale forma dare alla sua personale sequela. In quelle che sono le parole di Gesù viene presentata la via, la sequela che conduce alla santità, il centro di questa condizione di vita sta essenzialmente nel riconoscere nel Padre la fonte e il modello della santità “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”.
La prima ragione di ogni nostra azione di cristiani sta nella stretta relazione che noi viviamo con Dio, “conoscendolo” ogni giorno come Padre riusciamo a riscoprire il senso del nostro stesso essere cristiani: amando Dio, troviamo non solo la forza, ma il desiderio di amare il prossimo.
Il filo conduttore di questa sublime regola di vita sembra essere la parola sacrificio, questa è una parola che acquista significato solo quando guardiamo a Cristo stesso, la prova suprema dell’amore di Dio per noi. Cristo ha sacrificato tutto sé stesso per il bene dell’umanità intera. La grandezza di questa sua azione, (e di ogni sacrificio autentico), sta infatti nell’essere non fine a sé stessi ma guardare sempre alla salvezza dell’altro. Tutte le raccomandazioni ascoltate nel vangelo trovano senso infatti solo se vissute nella stretta relazione con Dio: solo amando Dio è possibile davvero amare l’uomo.
La stessa credibilità di questi insegnamenti che ci sono stati dati in dono da Cristo sta nel fatto di essere stati vissuti in prima persona da Lui nella totale fedeltà e obbedienza alla volontà del Padre, Egli stesso nel suo essere come Dio è il primo esempio di amore puro e disinteressato verso l’altro. Lo scandalo della nostra stessa fede sta nell’amore per il nemico; guardando al nostro presente, mai come oggi, Dio ci chiede di rispondere all’odio con l’amore poiché egli stesso è Amore; Dio stesso nella sua grandezza, nella sua infinita saggezza, non fa memoria delle nostre mancanze, non le rende motivo di condanna, ma ci viene incontro col suo abbraccio benedicente. Ecco che il nemico diventa quel prezioso terreno di prova nel quale possiamo davvero vedere se abbiamo conosciuto Dio e se abbiamo almeno in parte imparato ad amare come lui ci ama; scriveva San Giovanni evangelista: solo chi ama conosce Dio. Se noi non amiamo i nostri nemici diventiamo ahimè nemici stessi di Dio, colui che li ama perché sono figli suoi: separarsi dai nemici è separarsi da Dio che nella sua misericordia ci ha chiamati tutti figli.
Cosimo Martinelli
La bellezza di questo vangelo, centrato sulla predicazione del Signore, sta proprio in quel momento di intimità vissuto da Gesù con i suoi discepoli; le parole del vangelo sono rivolte ad ogni discepolo che confrontatosi con l’intimo desiderio di seguire Cristo sulla via della croce arriva a chiedersi quale forma dare alla sua personale sequela. In quelle che sono le parole di Gesù viene presentata la via, la sequela che conduce alla santità, il centro di questa condizione di vita sta essenzialmente nel riconoscere nel Padre la fonte e il modello della santità “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”.
La prima ragione di ogni nostra azione di cristiani sta nella stretta relazione che noi viviamo con Dio, “conoscendolo” ogni giorno come Padre riusciamo a riscoprire il senso del nostro stesso essere cristiani: amando Dio, troviamo non solo la forza, ma il desiderio di amare il prossimo.
Il filo conduttore di questa sublime regola di vita sembra essere la parola sacrificio, questa è una parola che acquista significato solo quando guardiamo a Cristo stesso, la prova suprema dell’amore di Dio per noi. Cristo ha sacrificato tutto sé stesso per il bene dell’umanità intera. La grandezza di questa sua azione, (e di ogni sacrificio autentico), sta infatti nell’essere non fine a sé stessi ma guardare sempre alla salvezza dell’altro. Tutte le raccomandazioni ascoltate nel vangelo trovano senso infatti solo se vissute nella stretta relazione con Dio: solo amando Dio è possibile davvero amare l’uomo.
La stessa credibilità di questi insegnamenti che ci sono stati dati in dono da Cristo sta nel fatto di essere stati vissuti in prima persona da Lui nella totale fedeltà e obbedienza alla volontà del Padre, Egli stesso nel suo essere come Dio è il primo esempio di amore puro e disinteressato verso l’altro. Lo scandalo della nostra stessa fede sta nell’amore per il nemico; guardando al nostro presente, mai come oggi, Dio ci chiede di rispondere all’odio con l’amore poiché egli stesso è Amore; Dio stesso nella sua grandezza, nella sua infinita saggezza, non fa memoria delle nostre mancanze, non le rende motivo di condanna, ma ci viene incontro col suo abbraccio benedicente. Ecco che il nemico diventa quel prezioso terreno di prova nel quale possiamo davvero vedere se abbiamo conosciuto Dio e se abbiamo almeno in parte imparato ad amare come lui ci ama; scriveva San Giovanni evangelista: solo chi ama conosce Dio. Se noi non amiamo i nostri nemici diventiamo ahimè nemici stessi di Dio, colui che li ama perché sono figli suoi: separarsi dai nemici è separarsi da Dio che nella sua misericordia ci ha chiamati tutti figli.
Cosimo Martinelli
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