CI STIAMO!
Giovani e vescovi in ascolto
Hai presente quando ascolti qualcosa di bello, cominci a immaginare e ti ritrovi a dire subito “quanto sarebbe bello se…”.
Poi ne parli con amici che agganciano la tua immaginazione e aumenta il desiderio, lo condividi con un gruppo di persone che lavorano per la stessa ragione e credono in passi concreti e audaci. Poi ne parli col vescovo delegato che accoglie la sfida; dopo qualche giorno si forma un gruppo di lavoro che prova a mettere tutto per iscritto per far arrivare in breve tempo la proposta sul tavolo della conferenza episcopale pugliese. Quando si avverte che il clima tra i vescovi è propositivo e il loro entusiasmo ti entusiasma, avverti che “ci stiamo” per davvero!
Poche battute per descrivere il cammino nato dall’ascolto di altre Chiese in cammino - nello specifico nella Chiesa lombarda – e che è arrivato a concretizzarsi il giorno dodici marzo duemilaventidue nella Basilica “San Nicola” a Bari.
Gli uffici regionali di Pastorale giovanile e vocazionale hanno organizzato questo momento di ascolto tra giovani e vescovi in sintonia con il percorso sinodale della Chiesa universale e nazionale.
Papa Francesco, il tre ottobre duemiladiciotto, aprendo il Sinodo sui giovani diceva che lo scopo del Sinodo è di «far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani». È a partire da questa intuizione e da ciò che il Documento finale (DF) dello stesso sinodo ci dice a proposito della presenza dei giovani nella vita della Chiesa, affermando che «i giovani sono il suo presente e non solo il suo futuro» (n. 54) e che sono «uno dei “luoghi teologici” in cui il Signore ci fa conoscere alcune delle sue attese e sfide per costruire il domani» (n. 64), che ha preso pian piano tutto una forma.
La finalità era quella di vivere anzitutto un’esperienza concreta, visibile e autentica di ascolto e condivisione tra giovani e vescovi. Diciannove tavoli – per quante sono le diocesi pugliesi -, per ognuno un vescovo, sei giovani di provenienze diverse e un facilitatore.
A questi, si aggiungevano due tavoli di ascolto con gli incaricati diocesani di Pastorale giovanile e vocazionale.
Tutti i partecipanti, giovani, vescovi e incaricati, si sono preparati attraverso l’ausilio di una scheda che, attraverso contenuti del magistero, testimonianze e contributi accademici, hanno avuto modo di lasciarsi interpellare da domande che li avrebbero aiutati nella condivisione.
Vedere l’aula liturgica della Basilica allestita con tavoli rotondi, lasciava intravedere delle tavole imbandite sulle quali si potesse consumare il pane della condivisione e dell’esperienza.
L’idea che i vescovi non fossero solo ascoltatori, ma potessero condividere la loro esperienza di vita, ci ha accompagnati sin dall’inizio. C’è stata una ragazza che, in un’intervista ha detto: “Mi sono sentita ascoltata e accolta perché mi sono resa conto che anche i vescovi sono come noi giovani, hanno vissuto e vivono le nostre stesse fatiche. Mi sono sentita incoraggiata”. Credo che affermazioni come questa ci lascino intravedere come la condivisione del proprio vissuto e della propria esperienza diventi un moltiplicatore di fiducia nella vita dei giovani e dei vescovi; li aiuta a non sentirsi distanti e li sproni a proseguire il proprio cammino di vita, di fede.
Il tema di ogni tavolo era unico: il coinvolgimento e la partecipazione dei giovani nella vita della Chiesa. Sempre lo stesso DF del Sinodo sui giovani, a più riprese, afferma che i giovani non sono solo destinatari dell’agire pastorale, ma membra vive dell’unico corpo ecclesiale. Alle volte, si corre il rischio di servirsi dei giovani senza servirli. Ci si affida a loro solo se allineati a certe idee o perché ossequiosi esecutori e manovali della pastorale. La sfida c è quella di riconoscere il bene di un’autentica creatività e capacità di corresponsabilità da parte dei giovani; la volontà di mettersi in gioco e coinvolgersi insieme.
L’occasione di accendere un cammino sinodale in compagnia dei giovani è reale, concreta. Il vescovo delegato dalla Conferenza episcopale pugliese per il servizio di pastorale giovanile, mons. Leonardo D’Ascenzo, nell’introduzione alla giornata, ha ribadito che è arrivato il tempo di cominciare a parlare “con” i giovani più che parlare dei giovani. Il momento di ascolto vissuto a Bari non è stato una prova generale di uno spettacolo teatrale perché poi tutto cominci nelle diverse diocesi. Ma da lì è partito il cammino sinodale con i giovani delle Chiese di Puglia; un processo di discernimento che continua nelle diverse diocesi e assume tonalità e sfumature diverse.
Questa è un’occasione che non possiamo perdere! Per questo, la giornata, non è terminata con “sintesi” o “conclusioni”, ma con la promessa di consegnare a tutte le Chiese diocesane di Puglia un Vocabolario sinodale composto dalle parole emerse dai tavoli di ascolto. Una restituzione per continuare un cammino cominciato.
Credo che questo sia stato uno dei momenti in cui dire grazie a Dio per il dono della sua Chiesa. Vedere giovani di diocesi diverse creare gruppi What’s Up con i vescovi seduti al loro tavolo, o darsi appuntamento per continuare la condivisione, è segno di una Chiesa che vuole seguire il Signore Gesù. O ascoltare giovani non credenti o che, con gli anni, si erano allontanati dalla vita ecclesiale, che ringraziano per il momento vissuto e l’opportunità avuta, è una carezza e una spinta a osare di più per fidarci più di Dio e della sua comunione che si riflette nella nostra vita.
“Ci stiamo” non vuole essere meramente uno slogan, ma la visione di una Chiesa che vive il suo presente nella corresponsabilità da parte di tutti; che non teme di continuare a utilizzare il presente come tempo verbale per coinvolgersi; che esprime la propria presenza senza abdicare declinandola al passato remoto. “Ci stiamo” perché Dio è l’Emmanuele, il “Dio-con-noi”!
don Davide Abascìa