Dal 1974 viene pubblicato annualmente da Svimez il Rapporto sull’economia del Mezzogiorno.
Svimez è un’associazione privata senza scopo di lucro che ha come obiettivo lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno e la presentazione di strategie e programmi d’azione per lo sviluppo delle Regioni meridionali. Il Rapporto sull’economia del Mezzogiorno è l’opera più importante di questa associazione, raccoglie i principali indicatori e gli andamenti dell’economia meridionale in numerosi settori, come industria, edilizia, terziario, credito, finanza pubblica, infrastrutture e trasporti, politiche del lavoro, demografia, mercato del lavoro e popolazione. Dall’ultimo rapporto, presentato il 2 novembre 2022 alla Camera dei deputati, non è emersa una situazione rosea per l’anno corrente. Secondo le stime, il PIL meridionale si contrarrebbe fino a -0,4% e quello del Nord, pur rimanendo positivo (+0,8%), manifesterebbe una notevole flessione rispetto al 2022. Gli effetti territorialmente differenti dello shock energetico, penalizzando in particolar modo famiglie e imprese del sud, dovrebbero riaprire la forbice di crescita del PIL tra Nord e Sud. La Svimez, inoltre, stima che a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, del gas e dei beni di prima necessità, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere di circa un punto percentuale salendo all’8,6%, con forti diversità territoriali: +2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, contro lo 0,3 del Nord e lo 0,4 del Centro. Si tratterebbe, dunque, di 786 mila nuovi poveri causati dallo shock inflazionistico, ossia 287 mila nuclei familiari, di cui mezzo milione al Sud. Pertanto, le politiche nazionali dovranno garantire la persistenza delle misure contro il caro energia, velocizzare il rilancio degli investimenti pubblici e privati e mettere in sicurezza l’attuazione del PNRR. Il gap non è solo economico ma è presente anche nella filiera dell’istruzione e nel tasso di occupazione femminile.
Filippo Macchia, I anno
Arcidiocesi di Lecce