Carissimi fratelli e sorelle, eccoci giunti alla quarta domenica di Pasqua, domenica chiamata “del buon pastore”. E la liturgia della parola di questa domenica ci fa incontrare Gesù buon Pastore e ci invita ad ascoltare la sua voce, questa voce che risuona nei nostri cuori e che nella Chiesa risuona da più di duemila anni. Nella prima lettura, abbiamo ascoltato il bello discorso di Pietro che dà speranza e fiducia al popolo cristiano dopo l’incidente di Gerusalemme: “Allora Pietro con gli undici si alzò in piedi e a voce alta parlò a loro cosi: uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole” (At 2,14). Queste parole in cui dell’apostolo invita a fare attenzione costituiscono l’annuncio del keryma cioè l’annuncio del Mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo. E dopo aver ascoltato un tale annuncio, la domanda che viene subito in mente dai suoi ascoltatori era cosa dobbiamo fare ? E Pietro disse loro convertitevi e fatevi battezzare nel nome di Gesù Cristo. Ecco carissimi amici, la chiave della salvezza, ascoltare la voce del Signore, la sua buona novella, convertirsi e farsi battezzare nel nome di Cristo. Vi ricordiamo che già nel libro del Deuteronomio quando YHWH trasmetteva la sua legge ad Israele, la prima parola che dice è lo Sh’ma Israel cioè Ascolta Israele. Questo invito ad ascoltare è fondamentale per entrare in relazione con Dio. È riconoscere nella parola ascoltata l’unica via di salvezza. San Paolo nella sua lettera ai romani dice che la fede nasce dall’ascolto della parola di Dio. Il Signore parla all’uomo, lo chiama ad un rapporto di comunione, di vita con sé e per questo diviene di primaria importanza da parte nostra l’ascoltare. La Sacra Scrittura ci insegna che il vero credente è la persona che si apre all’ascolto, accoglie questa parola e poi risponde con fede. Nel vangelo, la voce di Dio, che si fa udire alla trasfigurazione di Gesù, comanda: Ascoltatelo! Perché la sua parola è Parola di Vita, è Parola di Verità, è Parola di Salvezza.
Carissimi amici, se la fede nasce dall’ascolto, il pericolo più grave per noi diventa il non ascoltare, il non avere come metodologia di vita cristiana l’ascolto. Questa parola di Salvezza che siamo chiamati ad ascoltare è il Signore Gesù stesso morto per i nostri peccati, Egli è il nostro aiuto, il nostro scudo. E il salmo responsoriale di oggi, lo dice ben “ il Signore è il mio pastore non manco di nulla Il vangelo di Giovanni al capitolo 10 che la liturgia di oggi ci offre descrive Il Signore come il Buon pastore che riconosce le sue pecore e li chiama per nome per farli entrare nel gregge. Di questo brano evangelico, Giovanni ci dà due immagini importantissimi per farci capire l’economia della salvezza operato da Gesù: le pecore e la porta del recinto. Infatti, Gesù dice: Io sono il buon pastore che conosce le mie pecore e le mie pecore mi conoscono perché esse ascoltano la mia voce mi seguono. La voce è un elemento fondamentali per entrare in relazione, in dialogo con colui che ci chiama per nome, per farci sentire amati e protetti. La sequela Christi solo quando noi ci mettiamo all’ascolta del Maestro che ci chiama. Nel nostro mondo di oggi con il rumore è difficile ascoltare dentro sé stesso il Signore. Con le varie guerre nel mondo, i jihadisti che colpiscono ogni giorno nei paesi del terzo mondo, a volte siamo portati a dire: DIO continua a parlare al suo popolo ancora oggi? Si, certo che Egli continua. Questi fenomeni sono segni del tempo che bisogna saperne leggere e sapere andare incontro con fiducia in Dio. Il buon pastore in cui parla l’evangelista Giovanni, custode il gregge, il popolo di Dio che si espone. Noi dobbiamo essere consapevole che Egli si dispone a fare la volontà del Padre di fronte a tutte le conseguenze non lascia perdere nessuna pecora della gregge e dispone anche a consegnare la propria vita, tutto se stesso nella difesa del gregge a differenza del ladro. Poi Gesù si definisce come la porta del recinto cioè si fa apertura verso tutti quelli che sono nel gregge e verso tutti coloro che ancora ne sono fuori, per lasciare entrare tutti
e trovare in lui pascolo.
Signore Gesù, Pastore eterno, che vegli giorno e notte sul tuo immenso gregge sparso
su tutta la terra, fa’ che, riconoscendo la tua voce, camminiamo umilmente sotto i tuoi
grandi occhi per giungere tutti insieme ai pascoli del cielo e dissetarci alle pure
sorgenti della vita e dell’Amore. Amen.
Laris Kouderin, IV anno
Diocesi di San Severo