“Ed erano stupiti del suo insegnamento”.
Balza subito all'attenzione dei presenti nella sinagoga qualcosa di diverso dal solito, una novità che spezza la routine e che irrompe con forza mettendo in crisi. Qual è la novità? È Gesù stesso la novità, il suo insegnamento, la sua vita.
La sua Parola è autorevole perché trova la sua origine nella relazione di amore e di figliolanza con Dio Padre («Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» - cfr. Mc 1,11- dirà la voce del Padre, dalla nube, appena Gesù viene battezzato nel Giordano); ma anche perché nella Parola di Gesù si scorge la presenza di Dio che porta con sé qualcosa di bello, di buono.
Potremmo chiederci: quante volte anche noi, oggi, sperimentiamo lo stupore dinanzi alla Parola proclamata e ascoltata, davanti allʼinsegnamento che ne deriva?
Gesù insegna con autorità. Dinanzi a Cristo ognuno di noi è chiamato a mettere in gioco tutta la sua esistenza: egli libera un uomo dal demonio per amore, non parla in maniera astratta ma ti mostra la concretezza della carità mostrando il modo in cui viverla e come attuarla. Lʼesempio più grande di questo amore, Gesù lo ha dato a noi donando volontariamente se stesso sulla croce per ognuno di noi.
Stupiamoci dinanzi alla novità della sua Parola, davanti alla novità del suo insegnamento autorevole e chiediamo in dono la grazia di poter collaborare con autorevolezza allʼedificazione del Regno di Dio. In questo modo potremo “piacere al Signore” (cfr. 1 Cor 7,32) ed esercitare quel dono profetico ricevuto mediante il Battesimo, per denunciare il male ed essere segni della presenza di Dio in mezzo al suo popolo (cfr. Dt 18,15-20).
Giulio Barbarossa, IV anno