«Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa». Queste parole, tratte dalla Sequenza che oggi risuona nelle nostre chiese, ci annunciano cosa è avvenuto e cosa oggi celebriamo la solennità: la vittoria di Cristo sulla morte. Il termine Pasqua deriva dall’ebraico e significa passaggio: è utilizzato dagli ebrei, per fare memoria del passaggio dalla schiavitù dell’Egitto alla terra promessa, e dai cristiani, per indicare il passaggio della vita attraverso la morte – dalla morte del peccato alla vita nuova che Gesù ci dona con il suo sacrificio sulla croce.
L’evangelista Giovanni, nel suo Vangelo, ci racconta cosa è avvenuto quel «primo giorno della settimana» (Gv 20,1) quando la Maddalena, prima testimone di questo passaggio, si reca al sepolcro per onorare il corpo morto di quell’uomo che aveva seguito e a cui aveva voluto tanto bene. Giunta lì non trova ciò che si aspettava, ma «vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro» (Gv 20,1). Proviamo a sentire in noi quei sentimenti che animavano quella donna in quel momento… Cosa succede in questa donna? La Maddalena percepisce che è avvenuto qualcosa di grande, ma non ancora il cosa, nonostante sia stata al seguito di Gesù per molto tempo, nonostante più volte abbia ascoltato la sua Parola. Lei vede questa realtà ancora in modo superficiale, con gli occhi umani e non con gli occhi del cuore. Ciò non le permette di comprendere cosa è avvenuto e di cosa ella è testimone.
Pur non avendo compreso ciò che è successo, questa donna non si chiude in se stessa ma si mette in moto: corre da Pietro, colui che per tre volte aveva rinnegato Gesù, e dal discepolo amato, colui che in quell’ultima cena aveva posato il proprio capo sul petto del Maestro, quasi a voler sentire quello che il Suo cuore stava provando in quel momento. I due apostoli arrivano, in due momenti diversi, e nonostante sia Pietro il primo ad entrare, il primo a credere è l’«altro discepolo» (Gv 20,8). I lini stesi, con il sudario a parte, sono i segni che il Signore non è lì e che non è stato rubato, così come aveva pensato e detto la Maddalena. Vedendo tale scena, il discepolo amato crede in Gesù, Signore della Vita, pur senza vederlo. Egli è il prototipo di quelli che, dopo di lui, crederanno in Gesù anche senza vederlo. Questo è stato possibile perché, al contrario anche della Maddalena che vede con gli occhi umani, egli vede con gli occhi del cuore.
Tre personaggi, tre modi di vedere, tre modi di reagire diversi, tre esperienze intrecciate, tre modi diversi per avvicinarsi a Gesù e tracciare le linee della storia che portano a svelare la verità: Dio ama l’umanità al punto tale da sacrificare il proprio Figlio.
L’amore del Padre permette al Figlio di risorgere dai morti, attraverso quello stesso amore che un giorno farà risorgere anche noi. Affidiamoci a questo Amore che è sempre più grande della morte e dei nostri peccati e corriamo, come la Maddalena, ad annunciare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che anche l’ultimo nemico – la morte – in Cristo è stato annientato (cf. 1Cor 15,26).
Santa Pasqua di Resurrezione a tutti!
Agostino Quarticelli, IV anno