Cari amici,
dopo aver celebrato la festa della Presentazione di Gesù al tempio, dove abbiamo contemplato la semplicità della famiglia di Nazareth e il desiderio grande di Simeone di incontrare e di vedere il Signore Gesù, in questa V domenica del tempo ordinario, la liturgia ci propone di inserirci in una dinamica di sequela attraverso la chiamata del profeta Isaia e l’esperienza dell’apostolo Pietro!
Il profeta Isaia, dopo aver visto e contemplato la grandezza e la santità di Dio, con un cuore povero, prorompe in un grido di disperazione e di consapevolezza della sua creaturalità:
«Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti».
Isaia è consapevole della sua umanità, del suo essere impuro e tutto questo non diventa un ostacolo per “vedere il re, il Signore degli eserciti”, ma si rivela essere il luogo privilegiato in cui fare l’esperienza della misericordia di Dio!
Questo avvenimento non è opera di sforzi umani, ma è un dono di Dio! È opera Sua!
È Dio, solo Lui, ad essere capace di far abitare insieme la sua Santità con la piccolezza dell’uomo!
A Lui, tutto è possibile, perché nel Figlio Gesù ha manifestato la sua potenza e la sua grandezza!
Il discepolo è, dunque, colui che fa esperienza dell'amore di Dio, un amore che raggiunge personalmente la sua vita, donandogli una esistenza nuova e piena. Il discepolo autentico è colui che sa riconoscere le meraviglie che il Signore compie nella sua storia, al di là di ogni sua limitatezza. Il discepolo è colui che si fida del Signore e poggia tutta la sua vita sulla Parola di Dio!
È proprio quello che ci viene raccontato nel Vangelo di Luca al capitolo 5, attraverso l’esperienza dell’apostolo Pietro! Anche questo grande discepolo vive la stessa esperienza del profeta Isaia: di fronte alla grande quantità di pesci raccolti dopo aver obbedito al comando del suo Maestro, si getta alle ginocchia di Gesù ed esclama: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».
Anche Pietro si riconosce misero, tanto bisognoso della misericordia e del perdono di Dio.
Questo atteggiamento, di consapevolezza dei propri limiti, è fondamentale per la vita di Pietro e per tutta la Chiesa; sarà questo che permetterà al Signore Gesù di portare a compimento la sua missione salvifica per l’umanità, attraverso la sua Chiesa.
Ora, il Signore Gesù non esita ad esclamare con determinazione quel “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Con queste parole dice a Pietro che la sua vita non è fatta per essere attaccata alle cose del mondo, ai vizi e ai pensieri umani, i quali ingannano e promettono false-felicità, ma è stata pensata per la vita eterna.
Gesù, ancora una volta gli ripete: Prendi il largo
(Duc in altum): vola più in alto che puoi, vai nel fondo della tua vita, non accontentarti della riva!
Queste parole, oggi, il Signore Gesù le rivolge a ciascuno di noi, a noi suoi discepoli.
Anche noi cristiani siamo chiamati, come Pietro, ad “appoggiare” tutta la nostra vita sulla Parola performativa di Gesù, siamo chiamati ad essere un tutt’uno con Lui per metterci al servizio della sua folla e della sua Chiesa!
Simone, sin da subito, è stato scelto da Gesù per raccontare la Parola di Dio. Gesù non sceglie la sua barca solo per mettersi comodo e farsi ascoltare da tutti, ma soprattutto perché sarà proprio la vita di Pietro a raccontare chi è Dio, a raccontare la parola di Dio alla folla: “Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca”.
La vita di Pietro si arricchisce della presenza del suo Maestro, della sua Parola!
Ogni missione parte dall’aver ascoltato, parte da una Parola che ci raggiunge, ci visita!
Pietro, pieno della predicazione del suo Maestro e consapevole della sua piccolezza e del suo essere peccatore, è pronto a lasciare tutto diventare discepolo della Parola e del servizio per tutta l’umanità!
Pietro è chiamato ad essere pescatore di uomini, per un atto di fede: preghiamo affichè questo avvenga anche per noi!
Per vivere al meglio questa V Domenica del tempo ordinario, facciamo nostre le parole di questa preghiera:
Possiamo seguirti, Signore,
dove oggi sarai:
nei sogni di pace,
nei pensieri di perdono,
nei cuori assetati di te,
nella voce che indica la via,
in ogni rinuncia per un più grande amore.
Tu sei nel grido vittorioso
del bambino che nasce,
sei nell'abbraccio degli amanti,
sei nell'ultimo respiro del morente,
tu sei in ogni cuore che cerca in te,
pellegrino senza frontiere, la sua vera terra.
Tu mi ripeti: non temere,
anche la tua barca va bene,
anche la tua vita va bene.
E il miracolo grande è
che tu non ti lasci deludere dai miei peccati,
che mi affidi il Vangelo,
che mi fai ripartire proprio da là,
dove mi ero fermato.
Sono l'ultimo dei coraggiosi,
ma pronto a dire:
"Eccomi, manda me".
Sono il primo dei paurosi,
ma che si fida della tua parola.
Sulla tua Parola do la mia parola.
Ti seguirò perchè tu sulla mia barca
hai voluto salire.
D'ora in avanti qualcosa sarò
se la tua grazia fa del mio nulla
qualcosa che serve a qualcuno.
Amen.
Christian Santoro, V anno
Commento al Vangelo della VI Domenica del tempo ordinario
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