La celebrazione della Giornata Mondiale del Malato è ormai divenuta un appuntamento annuale, avente come scopo, oltre la preghiera, il “sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme.” Un’occasione particolare per mettere in luce i volti delle persone malate e di coloro che li assistono, sia nei luoghi di cura sia nelle famiglie da parte delle comunità parrocchiali e dalla cittadinanza tutta.
Il tema di questa Giornata si ispira alla parabola del “Buon Samaritano”. Papa Francesco l’ha scelta come punto di svolta, da cui ripartire ed uscire dalle “ombre di un mondo chiuso” e “pensare e generare un mondo aperto”. La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, siamo invitati a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza.
Per la fragilità non c’è spazio. Può accadere, che gli altri ci abbandonino, o che sembri a noi di doverli abbandonare. Così inizia la solitudine. Fatichiamo infatti a rimanere in pace con Dio, quando si rovina il rapporto con gli altri e con noi stessi. Ecco perché è così importante, anche riguardo alla malattia, che la Chiesa intera si misuri con l’esempio evangelico del Buon Samaritano, per diventare un valido “ospedale da campo”: la sua missione, infatti, particolarmente nelle circostanze storiche che attraversiamo, si esprime nell’esercizio della cura e del prendersi cura. Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona.
«Abbi cura di lui» (Lc 10,35) è la raccomandazione del Samaritano all’albergatore. Gesù la rilancia anche ad ognuno di noi, e alla fine ci esorta: «Va’ e anche tu fa’ così».
Anche noi come gruppo di Pastorale della Salute del Seminario Regionale di Molfetta ci impegniamo a rendere significativa questa giornata trascorrendo un momento di preghiera attraverso la recita del Santo Rosario con gli anziani dell’«Opera Don Grittani» di Molfetta, affidando tutti loro, gli assistenti e tutti coloro che soffrono fisicamente e spiritualmente, all’intercessione di Maria, Salute degli Infermi. «Le persone malate sono al centro del popolo di Dio, che avanza insieme a loro come profezia di un’umanità in cui ciascuno è prezioso e nessuno è da scartare.»
Alessio Caldararo, II anno
Diocesi di Castellaneta