Giovedì scorso, 7 novembre, è stata resa pubblica la nomina di don Angelo Panzetta, presbitero della Diocesi di Taranto, docente di Teologia morale presso la Facoltà Teologica pugliese, di cui fino a settembre scorso è stato preside, ad Arcivescovo della Diocesi di Crotone – Santa Severina, in Calabria.
Riportiamo qui la testimonianza di chi lo conosce e lo apprezza come presbitero e docente.
Qualcosa di bello, vero e importante si percepiva; qualcuno da sempre l’ha pensato; i nostri cuori da sempre l’hanno creduto.
Suonano le campane a mezzogiorno di giovedì 7 novembre quando, in contemporanea, presso la Sala stampa vaticana, l’aula magna del Seminario regionale pugliese e presso il Cappellone di San Cataldo nella Cattedrale di Taranto, viene data la notizia della nomina di don Angelo ad arcivescovo di Crotone – Santa Severina.
L’annuncio è stato accolto con grande gioia manifestata da un lungo applauso che ha coivolto tutti..
Tanta gente ha avuto la grazia di incrociare don Angelo nel proprio cammino e tutti attestano che, prima ancora di essere per loro sacerdote, don Angelo è stato e continua ad essere un uomo, un padre, che ha saputo donare tutto di sé per amore di Cristo e della Chiesa Sua sposa.
Già dalle prime parole pronunciate al momento della nomina, si colgono i lineamenti di una personalità toccata dallo sguardo del Risorto: « E’i l Signore il vero e unico protagonista di questo evento che tocca la mia vita».
Il suo ministero come padre spirituale del Seminario egionale e poi come preside della Facoltà teologica sottolineano la fiducia e la stima che la Chiesa nutre per il nuovo Arcivescovo.
Sì; perché Don Angelo per noi alunni e per tutti coloro che lo hanno conosciuto è stato e continua ad essere modello e sintesi di una vita cristiana vissuta in aderenza alla gioia attraente del Vangelo.
Felici, dunque, per questo nuovo incarico ma che lascia un po’ rammaricati noi studenti perché trascorrere le ore in classe con don Angelo è stato vivere momenti di edificazione personale e comunitaria dove le sue parole impregnate di vita quotidiana hanno tirato fuori la bellezza originaria che ci appartiene.
Papa Francesco in un’udienza con i vescovi ha affermato: «la Chiesa ha bisogno di Vescovi che sappiano mettersi in ginocchio davanti agli altri per lavare loro i piedi; pastori vicino alla gente (…) che amino la povertà, sia come libertà per il Signore sia come semplicità e austerità di vita».
Per chi ti ha conosciuto, don Angelo, sa che queste caratteristiche ti appartengono tutte!
L’augurio che ti rivolgiamo sia proprio ciò che tu stesso hai delicatamente affermato: «essere avvinghiato alle mani della Vergine Santa».
Forse non ti rivedremo più con la stessa frequenza di prima ma siamo ben certi che il bene che hai diffuso intorno a te non sarà mai dimenticato.
Il bello della Chiesa è anche questo: lontani ma consapevoli di essere un’unica grande famiglia innamorata del Suo Sposo.
Buon cammino!