L’episodio del Battesimo nel Giordano segna da una parte il compiersi delle “epifanie” di Gesù (ai pastori a Natale, a tutte le genti - i Magi - e al popolo di Israele nell’immersione nel Giordano) e dall’altra la concretizzazione della predicazione del Battista con l’avvento dei tempi nuovi da lui annunciati.
L’evento del Battesimo deve esser sembrato “scandaloso” alle prime comunità cristiane, tanto che nel loro racconto gli altri evangelisti sottolineano le resistenze di Giovanni a battezzare Gesù (cfr. Mt 3, 14). Tuttavia, la centralità di questo episodio nella vita di Gesù è ribadito dal fatto che viene ricordato sia da tutti e quattro gli evangelisti ma anche negli Atti degli Apostoli (10, 37-38) e precede l’esperienza delle tentazioni nel deserto.
È un momento fondante del passaggio di Gesù dalla condizione di discepolo a quella di Rabbì, consapevole della sua missione, che segna il suo ingresso nella vita pubblica non da protagonista (cosa che poteva avvenire con gesti eclatanti o con un discorso programmatico) ma come uomo pienamente solidale e compagno degli uomini peccatori. Nel suo cammino alla sequela di Giovanni (“Viene dietro a me”...) Gesù si fa amico e compagno dei peccatori, chiedendo di essere immerso nella stessa acqua che segnava per tutti l’inizio di un cammino di conversione. In questo modo egli conferma la sua adesione alla predicazione di Giovanni e alla necessità di un cambiamento di vita e ne sottolinea la differenza. Il Battesimo per Cristo, infatti, differentemente da quanto avviene per noi non significa la morte al peccato e la conseguente rinascita, ma la sua investitura, il riconoscimento e la consapevolezza di ciò che sta cominciando a fare, in un cammino che è segnato sin dal suo inizio dalla kènosis, dall’abbassamento, dalla misericordia verso gli uomini (Fil 2, 6-11). Cosciente della sua missione, Gesù riceve il Battesimo, la sua investitura messianica ed esprime il suo impegno nei confronti di quell’umanità in cui, per il suo amore senza misura, chiede di essere immerso in tutto nell' umanità senza privilegi.
Proprio nel momento in cui sale dall’acqua, carico dei peccati dell’umanità, si aprono i cieli, segno della definitiva rottura di ogni separazione tra Dio e l’uomo, che attraverso Cristo entrano in piena comunicazione e relazione nella persona di Gesù.
Dio comunica a Gesù la pienezza della sua vita, lo Spirito, che costituisce l’unzione messianica che permette il compimento delle Scritture (Sal 2, 7; Gen, 22, 2; Is 42, 1) e la realizzazione della giustizia di Dio.
Raffaele Angeloro, IV anno