Battezzati e inviati
A chiusura del mese missionario straordinario, domenica 27 ottobre u.s., ci siamo fermati in preghiera davanti a Gesù crocifisso, contemplando nel suo costato aperto la fonte di ogni fremito missionario.
Con i gesti semplici e loquaci della liturgia, abbiamo fatto memoria del battesimo e abbiamo rinnovato la nostra adesione a Cristo Risorto, impegnandoci ad essere inviati nella vita come annunciatori di Gioia e Speranza. La vocazione missionaria, infatti, è impressa nella vita di ciascun credente a proprio a partire dal battesimo: la vita divina che ci viene donata gratuitamente nel segno dell’acqua diviene una ricchezza da donare, comunicare e annunciare a tutti. Ecco il senso e l’origine della missione!
Nella veglia di preghiera vissuta insieme abbiamo espresso questa verità con gesti simbolici: dopo aver rinnovato le promesse del nostro battesimo, siamo stati segnati con l’acqua benedetta dal celebrante. Senza tornare a posto, siamo usciti dalla Cappella per dirigerci verso il centro del giardino, segno di una Chiesa missionaria che dopo aver ricevuto il dono del Battesimo si porta senza indugio per le strade del mondo. Ciascuno ha poi potuto scrivere il proprio nome sul grande planisfero preparato all’esterno, nell’area di uno dei cinque continenti. In questo modo, simbolicamente siamo stati inviati anche noi per il mondo accogliendo l’impegno di pregare durante tutto l’anno formativo per quella particolare terra e per i missionari che vi operano.
Battezzati e inviati. Come ci ricorda papa Francesco, occorre passare dall’omissione alla missione; serve allargare lo sguardo oltre i perimetri consueti del nostro vivere; è necessario avere a cuore le sorti del mondo intero! realizzare creativamente quella missione a cui siamo chiamati nella storia rimane esigenza impellente di uno!