La liturgia della Parola di questa terza domenica d’avvento (Gaudete) è pervasa dal carattere liturgico della gioia. Questo stato d’animo si esplica in tutte le letture bibliche odierne che inneggiano al Signore donatore di gioia. La pericope evangelica di questa domenica descrive la predicazione del precursore di Cristo: Giovanni Battista, l’anello di congiunzione tra l’Antico e il Nuovo Testamento. La predicazione del Battista è presentata da Luca come un’anticipazione immediata del ministero di Gesù. Giovanni già annuncia “una buona notizia”, come esprime in modo equivocabile il termine “evangelizzare”, scelto per definire la sua attività. Il brano essere diviso in due parti: Nella prima Giovanni risponde a tre gruppi di interlocutori che gli chiedono: “Che dobbiamo fare?”. Al primo gruppo, le folle, il Battista chiede di condividere con i bisognosi il pane e i vestiti (le tuniche) che, in quel tempo, costituivano il necessario per vivere. Oggi, egli chiederebbe di assicurare ai poveri alloggio, istruzione, assistenza medica e migliorare le condizioni economiche e sociali.
Al secondo, formato dai pubblicani (coloro che rappresentano la classe dei funzionari pubblici che speculano sulle leggi e sulle tasse), il precursore risponde semplicemente di essere onesti.
Infine al terzo gruppo, i soldati, Giovanni chiede di non estorcere, non rubare e non maltrattare la gente. Come si può notare nel testo, il Battista annuncia la novità della vita e la gioia che apre il cuore. Questi sono possibili solo attraverso una condivisione dei beni, la giustizia e l’attenzione verso il povero e l’oppresso, creando un collegamento tra l’impegno di fede e l’impegno sociale. Papa Francesco, commentando questa parte del brano, dice questo: «La liturgia di oggi ci ripete, con le parole di Giovanni, che occorre convertirsi, bisogna cambiare marcia e intraprendere la strada della giustizia, della solidarietà, della sobrietà: sono i valori imprescindibili di un’esistenza pienamente umana e autenticamente cristiana». La seconda parte del brano, è protesa all’annuncio del Cristo che il Battista rivolge al «popolo in attesa». L’oggetto di tale attesa, presente nei primi capitoli di Luca, è esplicitato in modo chiaro: il Liberatore, il Messia, il Cristo. Sull’impianto di alcuni simboli orientali usati dal profeta Malachia (3,2-3), il Battista descrive l’azione del Cristo come quella del Battezzatore definitivo e perfetto che «battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (v.17), liberando l’uomo dal male. Giovanni indica al cristiano la strada della conversione che porta alla felicità. Oggi sono necessario coraggio e fede per parlare di gioia, in particolare in un mondo assillato da tanti problemi e da un futuro incerto. Il cristiano è l’uomo della gioia che sgorga dal profondo del cuore, perché dono del Signore. Essa proviene dalla certezza che il Signore è vicino con la sua tenerezza, misericordia, perdono e amore.
Antonio Argentino, V anno