Caro lettore,
la tomba è vuota! Il Signore è risorto! Le prime luci dell’alba hanno rischiarato le tenebre della notte, i primi
fiori sono da tempo spuntati e inebriano con il loro profumo il cuore di chi forse non si attende più nulla dalla
vita, l’acqua dei ruscelli sembra schioccolare più degli altri giorni e anche le pietre forse sembrano muoversi
un po’; perché anche a loro è arrivato questo annuncio: La tomba è vuota! Il Signore è risorto! Sei pronto a
ricevere anche tu questo annuncio da Maria di Magdala? Forse no. Ma non ti preoccupare, non lo erano neanche
Pietro e Giovanni che rimangono spiazzati dalle parole di quella donna che aveva seguito Gesù per le strade
della Palestina: «Hanno portato via il mio Signore e non sanno dove lo hanno posto» (Gv 20,2). Subito allora
si mettono a correre e arrivano al sepolcro: entrano dentro, vedono e credono.
La tomba è vuota! Il Signore è risorto! Ma come possiamo immaginare questo sepolcro?
Come il grembo di una madre che attende un bambino. Come un bambino, ormai da qualche giorno Gesù si
trovava lì, all’interno del grembo del mondo e attendeva di uscire, di risorgere. Anche le donne e gli apostoli,
come le famiglie che con trepidazione aspettano il giorno della nascita del piccolo di casa, forse attendevano
qualcosa: durante il loro cammino dietro al Maestro, spesso egli aveva detto: «Dopo tre giorni risorgerò» (Mt
27, 63). Speravano ancora, immaginavano forse che qualcosa sarebbe accaduto.
La tomba è vuota! Il Signore è risorto! Ma come possiamo immaginare la risurrezione?
Come la nascita di un bambino. Ad un certo punto le acque si rompono e il bambino ha necessità di nascere,
non può più aspettare. Già per troppo tempo la morte sembra perseverare, il Signore risorge. Il suo corpo non
più soggetto alle limitazioni della carne, è stato trasformato in un corpo spirituale (1 Cor 15,44).
Le apparizioni agli apostoli sembrano come le lacrime del neonato che uscito dal grembo dice ai suoi
famigliari: «Io sono qui, vicino a te, non temere».
Ha bisogno del latte, del cibo di cui nutrirsi, sta a tavola con i discepoli, mangia pane e sale, segno della nuova
alleanza (At 1,4).
Cosa fare? Anche tu come Pietro e Giovanni entra in questo mistero, contempla questo grande evento e
abbi fede. E poi? Ora sei tu il grembo nel quale il Signore è presente, portalo ovunque. Corri e annuncia: «La
tomba è vuota! Il Signore è risorto!».
Giuseppe Urso, III anno