La terza domenica di Avvento, chiamata domenica Gaudete, si apre con un annuncio gioioso: "Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino".
Nel Vangelo di oggi, la figura del Battista viene presentata inizialmente come un semplice "uomo", che si autodefinisce come una "voce di uno che grida nel deserto". La sua importanza si impone poiché Dio lo manda come "testimone della luce", incaricato di suscitare la fede in tutti. Essere “testimone della luce”, come Giovanni, significa vivere in modo convinto, senza cercare di attirare l'attenzione su di sé, ma facendo risplendere la propria vita attraverso il modo di vivere e di credere. Vuol dire essere una voce che grida nel deserto, comunicando ciò che lo fa vivere in modo inconfondibile. La sua vita attrae e suscita interesse, poiché non colpevolizza né condanna, ma infonde fiducia in Dio, liberando dalle paure. Il Battista, pur sentendosi debole e limitato, non giudica gli altri come avversari da combattere o convincere. La sua testimonianza risplende nell'umiltà e nell'autonegazione, marcando la differenza con Cristo e mettendone in luce l'assoluta novità.
Nella seconda parte del brano, i Giudei inviano sacerdoti e leviti a interrogare il Battista con toni processuali, evidenziando l'ostinata incredulità e la durezza dei loro cuori. Le domande e risposte mettono in contrasto la testimonianza fedele del Battista con la resistenza dei Giudei, il quale, mediante l'autonegazione, prepara il terreno per l'incontro tra il popolo e il Messia.
Le ripetute domande "Chi sei tu?" ricevono risposte negative, delineando l'identità del Battista come "non sono": egli non è il Cristo, ma il primo discepolo di Cristo; non è Elia, ma colui che prepara l'incontro con il Messia. Giovanni si presenta come voce nel deserto, chiamando il popolo alla vigilanza, all'attesa, al discernimento e alla preparazione dell'incontro con la vera Luce e la Parola.
Il deserto diventa simbolo della preparazione all'incontro con Dio, evidenziando il valore del Battista come voce, indice, sguardo, vissuto nella relazione con Colui che viene. La sua identità è imbevuta di questa relazione, suscitando la riflessione sulla nostra stessa vita: di cosa siamo imbevuti? Della relazione con il Signore o di altro? Il Battista, testimone autorevole, battezza con acqua come rito di iniziazione, aggregando attorno a sé i discepoli nell'attesa del vero battezzatore, il Cristo, l'Agnello di Dio che porta su di sé il peccato del mondo. Il Battista non si ritiene degno di sciogliere i legacci dei sandali di quest'ultimo, ancora sconosciuto sia ai Giudei che a Giovanni stesso. Tuttavia, la fede del Battista lo spinge ad attenderlo con occhi e orecchie pronti a discernerlo.
L'incontro sperato e atteso avviene nella asperità del deserto, luogo di solitudine ma anche di ricerca interiore, simbolo di una ricerca estrema alla verità più essenziale e profonda. La vita del Battista è un'esistenza vissuta nell'attesa fedele e precaria, il cui grido attraversa i secoli, invitando a volgere lo sguardo alla Luce vera e ad ascoltarne la Parola. In questo, il Battista continua a interrogarci sulla natura della nostra attesa, fedeltà e sguardo verso il divino.
Michele Orsi, V anno