L’acqua serve per lavarsi, per bere, ma nell’acqua si può anche annegare. Lo Spirito è il respiro, la vita, il contrario dell’acqua, ed è Santo cioè di Dio.
Come ogni sacramento, il battesimo è fatto di gesti e parole, evento reso presente, rinnovato perché il sacramento causa quello che significa. Durante il rito sacramentale, ai genitori viene chiesto quale nome volevano darci perché il Signore è il primo che ci chiama per nome (cfr. Is 43,1); essi ci hanno poi prestato la loro voce nel rinunciare al male e professare la fede della Chiesa. Nel sacramento del Battesimo l’acqua è indispensabile perché ricorda il passaggio nel Mar Rosso, ricorda il battesimo di Gesù nel Giordano e l’acqua che sgorga dal costato di Cristo: il battesimo ci fa rinascere a vita nuova per seguire le opere dello Spirito.
«Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Sono parole che raccontano il mistero profondo dell’amore del Padre per il Figlio: solitamente, nei Vangeli, si narra di quanto il Figlio Gesù ami e desideri compiere la volontà del Padre suo. Tuttavia, in questo momento, è la voce del Padre, che proviene dal cuore di Dio, a manifestare il legame che il Padre al Figlio e che sarà per Gesù guida in tutta la sua esistenza.
Dalla paternità di Dio possiamo imparare la paternità umana: chiediamo al Signore il dono della paternità, di saper essere padri, di avere pazienza, comprensione, senza esigere tutto e subito.
Francesco Di Donna, IV anno
Diocesi di San Severo
Is 55,1-11
Da Is 12
1Gv 5,1-9
Mc 1,7-11
L’odierna festa del Battesimo del Signore è occasione propizia che la liturgia ci dona per riflettere sul significato del nostro battesimo. Giovanni è consapevole della sua posizione di precursore e sa che dopo di lui verrà un altro, più forte di lui.
L’uomo è desiderio infinito di Dio e se si chiude ai suoi desideri non capirà mai sé stesso. L’uomo è desiderio di amore e l’amore non ha limiti, se ha un limite è già morte. Per l’evangelista Marco, l’uomo è chiamato ad essere libero, deve saper affrontare il cammino, sa cambiare vita, sa alimentarsi della Parola, è sempre in attesa della realtà perché nutre fiducia nel futuro.
Se potessimo tornare indietro, vedremmo che Gesù si mette in fila come tutti gli altri per ricevere il battesimo da Giovanni e quando arriva il suo turno avanza senza indugio. Una scena scandalosa: Gesù aveva bisogno di farsi battezzare? Doveva chiedere perdono per qualcosa? Questa scena può apparire scandalosa e lo scandalo si origina dall’erronea immagine che abbiamo di Dio. Dobbiamo allora domandarci cosa pensiamo di Dio, per poi confrontare quello che pensiamo con quanto suggerito dall’autore biblico: ci accorgeremo che questa scena ci dà di Dio una visione assolutamente nuova.
Dopo il Battesimo al Giordano, si ode la voce del Padre che riprende le parole del Salmo 2. Questo antico testo riporta le tensioni e i movimenti politici che accadevano in Oriente quando moriva il re e si scatenava la lotta per la successione. Ci si uccideva l’un l’altro fino a quando il più crudele di tutti rivendicava di essere figlio di Dio, il re voluto da Dio. Ma il pensiero e l’agire di Dio non sono come quelli dell’uomo.
Ci sono tante interpretazioni che possono essere applicate a questi pochi versetti ma ne scelgo solo due, quelle più legate alla festa liturgica di oggi: il sacramento del Battesimo e l’amore del Padre.
L’acqua serve per lavarsi, per bere, ma nell’acqua si può anche annegare. Lo Spirito è il respiro, la vita, il contrario dell’acqua, ed è Santo cioè di Dio.
Come ogni sacramento, il battesimo è fatto di gesti e parole, evento reso presente, rinnovato perché il sacramento causa quello che significa. Durante il rito sacramentale, ai genitori viene chiesto quale nome volevano darci perché il Signore è il primo che ci chiama per nome (cfr. Is 43,1); essi ci hanno poi prestato la loro voce nel rinunciare al male e professare la fede della Chiesa. Nel sacramento del Battesimo l’acqua è indispensabile perché ricorda il passaggio nel Mar Rosso, ricorda il battesimo di Gesù nel Giordano e l’acqua che sgorga dal costato di Cristo: il battesimo ci fa rinascere a vita nuova per seguire le opere dello Spirito.
«Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Sono parole che raccontano il mistero profondo dell’amore del Padre per il Figlio: solitamente, nei Vangeli, si narra di quanto il Figlio Gesù ami e desideri compiere la volontà del Padre suo. Tuttavia, in questo momento, è la voce del Padre, che proviene dal cuore di Dio, a manifestare il legame che il Padre al Figlio e che sarà per Gesù guida in tutta la sua esistenza.
Dalla paternità di Dio possiamo imparare la paternità umana: chiediamo al Signore il dono della paternità, di saper essere padri, di avere pazienza, comprensione, senza esigere tutto e subito.
Francesco Di Donna, IV anno
Diocesi di San Severo
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