Da pochi giorni abbiamo iniziato il nostro itinerario quaresimale. Questa I domenica ci presenta un brano evangelico abbastanza conosciuto e che la Chiesa sempre consegna alla nostra meditazione all’inizio del tempo forte di Quaresima: Gesù, figlio di Dio, nel deserto e le tentazioni dal diavolo.
Questo brano già dall’inizio ci mette dinanzi ad un’antitesi, un paradosso: Gesù condotto dallo Spirito Santo nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Ciò non avviene casualmente. È l’ordine della vita, le due scelte che si pongono ogni giorno del nostro quotidiano. Sempre viviamo questo “scontro”, Spirito Santo contro diavolo. I verbi che si usano fanno la differenza. Lo Spirito Santo è conduttore, guida, ci porta sulle strade giuste dove dobbiamo anche scontrare il male, il malvagio. Il diavolo, dall’altro lato, tenta, ci allontana dalla strada, ci porta a vie che possono sembrare giuste ma non lo sono, ci fa allontanare dal bene e andare al male, all’odio, al beneficio individuale.
Gesù nel deserto vive un tempo di 40 giorni in digiuno. Nella collocazione dei brani nel Vangelo di Matteo dopo quello di questa domenica (Mt 4, 1-11), Gesù inizia il suo cammino per avviare il suo ministero (Mt 4, 12). Il vangelo ci vuole dire proprio che prima di iniziare a mettere i nostri piedi in cammino per qualsiasi ministero o servizio che ci viene affidato, dobbiamo prenderci il nostro tempo, riflettere, discernere, distinguere il bene e il male e prepararci anche per il più difficile dei casi che ci possa essere, che in questo caso qui è la fame. Gesù si prepara bene per il suo ministero che lo porterà alla morte e alla risurrezione, alla Pasqua. E anche noi, evidentemente, bisogna che ci prepariamo bene, facendo, magari, anche qualche sacrificio, mettendo in primo posto la salvezza, la Pasqua. Ognuno deve cercare per vedere dov’è questo suo deserto e come potrà viversi questo tempo di grazia in preparazione alla Pasqua.
Poi vengono raccontate le tre tentazioni del diavolo a Gesù. Il diavolo fa una cosa che avviene molto spesso: strumentalizza la Parola. Qui dobbiamo porre attenzione ad un elemento fondamentale: il diavolo, colui che vuole dividere, il calunniatore, conosce bene Dio e conosce anche noi, quindi, possiamo dire che su quest’aspetto siamo a pari passo. Il diavolo però non vive l’amore e, allora, non usa la conoscenza al fine di amare ma al fine di creare confusione, odio. Ed ecco che fa la stessa cosa che stiamo descrivendo in questo brano. Sa bene chi è Gesù, lo chiama figlio di Dio. Conosce la Scrittura e, infatti, cita il Salmo 91. Ma non lo fa per illuminare Gesù, non lo fa per aiutare Gesù in questo momento forte di fame e di deserto. Lo fa perché il suo intento è portare a quello che egli stesso, il diavolo, vuole fare. Non vuole la libertà, vuole la schiavitù. Infatti, chiede a Gesù di gettarsi ai suoi piedi ed adorarlo perché lui non vuole l’uomo libero ma lo vuole schiavo. Quante volte anche noi vogliamo manipolare e ingannare le persone per fare in modo che assecondino la nostra volontà e non quella di Dio, trascurando ogni realtà e ogni atto di discernimento che lo Spirito vuole far sia in noi che negli altri! Se guardiamo alle guerre nel mondo di oggi sia letteralmente che metaforicamente e che vengono fatti al nome di Dio e del cristianesimo, osserviamo spesso questo elemento della strumentalizzazione a fini individuali. Bisogna essere continuamente attenti perché non possono condurci a vie apparentemente giuste e buone ma sostanzialmente insicure e malvagie.
Alla fine osserviamo che il diavolo se ne va dopo l’ordine di Gesù che gli dice con un tono di dominanza “vattene”. Ed è quello che anche noi siamo chiamati a fare dopo ogni serio atto di discernimento sia personale che comunitario. Distinguere il bene e il male, arrivando a cacciare il male dalla nostra vita e mettendoci di nuovo in piedi per poter fare un cammino di servizio serio e cristiano. Non ci possono essere spazi per il diavolo nella vita del cristiano. Il bene, la Pasqua deve trionfare e regnare nella nostra vita. Ma per arrivarci sempre dobbiamo ricordarci di distinguere Dio dal diavolo ed essere vigilanti nell’attesa della Pasqua eterna.
Buona vigilanza quaresimale a tutti!
Marios Atalla, V anno
Arcidiocesi di Atene