Le parole, pronunciate da Gesù durante il colloquio con Nicodemo, sintetizzano un tema che sta al centro dell’annuncio cristiano: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo all’uomo la salvezza e la gioia. Dio non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si accosta alle nostre vite per animarle con la grazia e per salvarle. Siamo chiamati a prestare ascolto a questo annuncio, respingendo la tentazione di considerarci sicuri di noi stessi, di voler fare a meno di Dio, rivendicando un’assoluta libertà da Lui e dalla sua Parola. Quando ritroviamo il coraggio di riconoscerci per quello che siamo, ci accorgiamo di essere persone chiamate a fare i conti con la nostra fragilità e i nostri limiti. Allora può capitare di essere presi dall’angoscia, dall’inquietudine per il domani, dalla paura di contagiarci dal covid19.
È bene conoscere i propri limiti, le proprie fragilità, dobbiamo conoscerle, ma non per disperarci, ma per offrirle al Signore; e Lui ci aiuta nella via della guarigione, ci prende per mano, e mai ci lascia da soli. Dio è con noi e per questo ci “rallegriamo”. E noi abbiamo la vera e grande speranza in Dio Padre ricco di misericordia, che ci ha donato il suo Figlio per salvarci: questa è la nostra gioia. Questo è l’amore di Dio. Dio è più grande delle nostre debolezze, delle nostre infedeltà, dei nostri peccati.
Francesco Mennea, IV anno
Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
2Cr 36,14-16.19-23
Sal 136
Ef 2,4-10
Gv 3,14-21
Nella IV domenica di Quaresima, domenica Laetare – rallegrati, la liturgia ci invita a pregustare anticipatamente la gioia pasquale attraverso i testi eucologici e le letture. Quale è il motivo di questa gioia? Il grande amore di Dio verso l’umanità, come ci indica il Vangelo di oggi: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Di tutte le parole umane, con le loro ricchezze e i loro limiti, è la parola amore quella scelta dalle Scritture, per farci intravedere il mistero di Dio.
Dai testi odierni, possiamo rilevare alcune caratteristiche fondamentali dell’amore di Dio: la gratuità e l’esigenza. La Scrittura ci descrive tale amore come qualcosa di terribile, che ha la potenza stessa di Dio, che crea e distrugge. La minaccia e il castigo, di cui parla la prima lettura, anziché contraddire l’amore di Dio, ne sono la conferma più vera, perché il castigo mira alla redenzione e al ravvedimento, la punizione serve per purificare il popolo dal suo peccato. Qualcosa di simile si verifica in ogni esperienza umana. Il dolore, la malattia, le prove, gli insuccessi, non sono mai un segno dell’abbandono di Dio. Sono invece un segno della sua presenza operativa, una purificazione dell’amore, perché lo rendono più vero e autentico.
Le parole, pronunciate da Gesù durante il colloquio con Nicodemo, sintetizzano un tema che sta al centro dell’annuncio cristiano: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo all’uomo la salvezza e la gioia. Dio non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si accosta alle nostre vite per animarle con la grazia e per salvarle. Siamo chiamati a prestare ascolto a questo annuncio, respingendo la tentazione di considerarci sicuri di noi stessi, di voler fare a meno di Dio, rivendicando un’assoluta libertà da Lui e dalla sua Parola. Quando ritroviamo il coraggio di riconoscerci per quello che siamo, ci accorgiamo di essere persone chiamate a fare i conti con la nostra fragilità e i nostri limiti. Allora può capitare di essere presi dall’angoscia, dall’inquietudine per il domani, dalla paura di contagiarci dal covid19.
È bene conoscere i propri limiti, le proprie fragilità, dobbiamo conoscerle, ma non per disperarci, ma per offrirle al Signore; e Lui ci aiuta nella via della guarigione, ci prende per mano, e mai ci lascia da soli. Dio è con noi e per questo ci “rallegriamo”. E noi abbiamo la vera e grande speranza in Dio Padre ricco di misericordia, che ci ha donato il suo Figlio per salvarci: questa è la nostra gioia. Questo è l’amore di Dio. Dio è più grande delle nostre debolezze, delle nostre infedeltà, dei nostri peccati.
Francesco Mennea, IV anno
Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
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