Testi della Liturgia della Parola
1 Re 3,5.7-12
Sal 118
Rm 8,28-30
Mt 13, 44-52
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù ci ricorda che trovare il Regno dei Cieli è il cammino della nostra vita qui ed ora, attraverso le dinamiche del cercare, del trovare, del mettere al centro e dell’essere giudicati alla fine dei tempi.
In questo brano troviamo due figure essenziali: un contadino e un mercante. Il primo lavora in un campo che non è suo e trova un tesoro. In generale, questo tesoro consisteva in un vaso di argilla pieno di monete che veniva nascosto dai proprietari perché non andasse perduto durante la guerra. L’altra figura è il mercante, un ricercatore di perle che vende tutto per acquistare quella preziosa.
Il Vangelo sottolinea l’importanza della nostra vita quotidiana, intesa come impegno costante nella ricerca del Regno di Dio. Esso è la “cosa preziosa”, che è nascosta e che dobbiamo trovare nel nostro campo, cioè nel mondo, nella nostra storia e ancor più nel nostro cuore. La ricerca e la scoperta sono sempre gratuite e sorprendenti, tant’è che il tesoro e la perla preziosa non vengono regalati, bensì vengono scoperti. Il Vangelo sembra sottolineare tutta la gioia del ritrovamento sia per il contadino, che vende tutto per il tesoro, sia per il mercante. Questa bellissima emozione è quel motore che mette in moto non soltanto loro, ma anche noi, adesso, in quanto chiamati ad entrare in queste dinamiche tanto semplici quanto difficili.
Quel tesoro e quella perla sono la Sapienza, la Parola di Dio che dice cosa fare per vivere pienamente. Il grande tesoro, Sapienza perfetta del Padre, è Gesù, insieme a tutte le sue Parole. Devono essere l’amore di Dio che si fa presente in Gesù, il suo agire nel mondo e la sua volontà, ad essere sempre cercate nella profondità della nostra esperienza quotidiana. L’incontro con Lui è totalizzante, ci fa gioire e tutti noi siamo invitati a metterlo al centro della nostra vita. Quindi, “vendere gli averi” come fanno il contadino e il mercante significa darsi a Lui, anche a costo di rinunce e sacrifici.
Non bastano la ricerca e la scoperta. A queste si aggiunge l’importanza della decisione di seguire Gesù. La Parola di Dio è un criterio di discernimento per distinguere ciò che viene da Dio da ciò che viene dal mondo. Siamo chiamati a vivere con responsabilità e mettendo al centro il legame con Dio, senza abbassare la guardia contro tutto quello che che ci spinge a non vedere più la bellezza della perla e la preziosità del tesoro. Quindi chiediamo sempre a Dio “un cuore saggio e intelligente”(1 Re 3,5.7-12: I lettura) nell’agire da veri credenti nella libertà donataci dal Padre.
Alla fine noi saremo giudicati secondo le nostre scelte e valutati con il metro che avremo utilizzato per “misurare” gli altri. In questo brano, Gesù usa l’immagine della rete per dire che alla fine dei tempi vi sarà una separazione tra i malvagi e i giusti. Tutti quanti noi saremo giudicati nella misericordia di Dio, perché il Signore è paziente e aspetta sempre la nostra conversione per donarci la salvezza. Il presente è il tempo dedicato alla penitenza, alla costruzione del Regno: questo significa che, nel sentiero della vita, bisogna camminare coi piedi per terra e col cuore sempre rivolto a Dio e agli altri, in quanto la salvezza riguarda il nostro essere qui ed ora. Il futuro dipende dall’oggi.
Testi della Liturgia della Parola
1 Re 3,5.7-12
Sal 118
Rm 8,28-30
Mt 13, 44-52
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù ci ricorda che trovare il Regno dei Cieli è il cammino della nostra vita qui ed ora, attraverso le dinamiche del cercare, del trovare, del mettere al centro e dell’essere giudicati alla fine dei tempi.
In questo brano troviamo due figure essenziali: un contadino e un mercante. Il primo lavora in un campo che non è suo e trova un tesoro. In generale, questo tesoro consisteva in un vaso di argilla pieno di monete che veniva nascosto dai proprietari perché non andasse perduto durante la guerra. L’altra figura è il mercante, un ricercatore di perle che vende tutto per acquistare quella preziosa.
Il Vangelo sottolinea l’importanza della nostra vita quotidiana, intesa come impegno costante nella ricerca del Regno di Dio. Esso è la “cosa preziosa”, che è nascosta e che dobbiamo trovare nel nostro campo, cioè nel mondo, nella nostra storia e ancor più nel nostro cuore. La ricerca e la scoperta sono sempre gratuite e sorprendenti, tant’è che il tesoro e la perla preziosa non vengono regalati, bensì vengono scoperti. Il Vangelo sembra sottolineare tutta la gioia del ritrovamento sia per il contadino, che vende tutto per il tesoro, sia per il mercante. Questa bellissima emozione è quel motore che mette in moto non soltanto loro, ma anche noi, adesso, in quanto chiamati ad entrare in queste dinamiche tanto semplici quanto difficili.
Quel tesoro e quella perla sono la Sapienza, la Parola di Dio che dice cosa fare per vivere pienamente. Il grande tesoro, Sapienza perfetta del Padre, è Gesù, insieme a tutte le sue Parole. Devono essere l’amore di Dio che si fa presente in Gesù, il suo agire nel mondo e la sua volontà, ad essere sempre cercate nella profondità della nostra esperienza quotidiana. L’incontro con Lui è totalizzante, ci fa gioire e tutti noi siamo invitati a metterlo al centro della nostra vita. Quindi, “vendere gli averi” come fanno il contadino e il mercante significa darsi a Lui, anche a costo di rinunce e sacrifici.
Non bastano la ricerca e la scoperta. A queste si aggiunge l’importanza della decisione di seguire Gesù. La Parola di Dio è un criterio di discernimento per distinguere ciò che viene da Dio da ciò che viene dal mondo. Siamo chiamati a vivere con responsabilità e mettendo al centro il legame con Dio, senza abbassare la guardia contro tutto quello che che ci spinge a non vedere più la bellezza della perla e la preziosità del tesoro. Quindi chiediamo sempre a Dio “un cuore saggio e intelligente”(1 Re 3,5.7-12: I lettura) nell’agire da veri credenti nella libertà donataci dal Padre.
Alla fine noi saremo giudicati secondo le nostre scelte e valutati con il metro che avremo utilizzato per “misurare” gli altri. In questo brano, Gesù usa l’immagine della rete per dire che alla fine dei tempi vi sarà una separazione tra i malvagi e i giusti. Tutti quanti noi saremo giudicati nella misericordia di Dio, perché il Signore è paziente e aspetta sempre la nostra conversione per donarci la salvezza. Il presente è il tempo dedicato alla penitenza, alla costruzione del Regno: questo significa che, nel sentiero della vita, bisogna camminare coi piedi per terra e col cuore sempre rivolto a Dio e agli altri, in quanto la salvezza riguarda il nostro essere qui ed ora. Il futuro dipende dall’oggi.
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