Siamo nella seconda domenica d’Avvento che quest’anno coincide con la Solennità dell’Immacolata Concezione. In questo giorno siamo chiamati a meditare e pregare il Vangelo vocazionale di Maria, la “piena di grazia”.
La grazia non è qualcosa che questa ragazza ha meritato o guadagnato per sé stessa, ma è un dono gratuito di Dio. Quando ha ricevuto questo saluto tutto singolare Maria era giovanissima e non si aspettava minimamente tutto ciò che si stava realizzando in lei. Immaginiamo questa stupenda scena, entriamo nei sentimenti di questa giovane donna. Che tempesta emotiva avrà avuto! Dice l'evagelista Luca: “Ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo” (Lc 1,29). Il turbamento che Maria vive non ci deve meravigliare perché è la reazione normale dell’uomo di fronte al divino e alla missione che gli viene proposta.
A questo sconcerto segue un dibattito interiore prolungato frutto dei numerosi interrogativi. Anche noi possiamo meditare e riflettere sui nostri turbamenti, su ciò che ci incute paura, su ciò che non comprendiamo, alle domande a cui non riusciamo in nessun modo a dare risposta. Pensiamo ad esempio ad una situazione della nostra vita dinanzi alla quale ci sentiamo deboli e impotenti. Guardiamo Maria. Cosa ha compiuto di straordinario? Ha attraversato questo momento di crisi e si è fidata del progetto di Dio. Non è rimasta ripiegata su sé stessa, ma alzando lo sguardo verso Ineffabile gli ha detto con fede piena: “Eccomi”.
Questo “Eccomi” dice il modo in cui l’uomo risponde al progetto di Dio. Anche noi siamo chiamati ad imitare questi atteggiamenti e queste parole in questa seconda tappa di Avvento. Possiamo domandarci: come vivo le mie paure? Sono capace di affidarle al Signore? Mi fido di Lui?
Maria, aiutaci ad accogliere il Figlio tuo nonostante i problemi che l’umanità si trova ad affrontare. Donna del discernimento, aiutaci a scorgere la presenza di Dio lì dove meno la aspettiamo, a fidarci totalmente della Sua Parola d’Amore e di Pace. Vieni in nostro soccorso, tota pulchra e facci balbettare: “Eccomi Signore, mi fido e mi affido a te”. Amen.
Dario Apruzzi, V anno