Sono state le parole di don Gianni De Robertis, parroco della comunità parrocchiale del quartiere Enziteto di Bari, ad introdurre la nostra comunità nel tempo di Quaresima. Ogni anno, infatti, viviamo un momento di ritiro che prende avvio nella mattinata del Mercoledì delle Ceneri con la preghiera delle Lodi Mattutine, procede con le due meditazioni del predicatore dell’anno e dalla celebrazione eucaristica con il rito di imposizione delle ceneri nel cuore della giornata, e si conclude nel tardo pomeriggio con l’Adorazione Eucaristica e la preghiera del Vespro. Le riflessioni tenute quest’anno dal parroco di Enziteto ruotavano intorno a due temi: il combattimento spirituale e le tentazioni. La meditazione sul combattimento spirituale prendeva le mosse dalla storia di Gedeone narrata nel libro dei Giudici e conduceva quasi ad una lotta interiore, che induceva a chiedersi se si è più propensi a restare nelle retrovie oppure a spingersi dove maggiori sono il bisogno e il pericolo. La seconda meditazione, invece, si proponeva di far riflettere sulle proprie tentazioni a partire dalle tentazioni di Gesù nel deserto e dal suo discorso nel capitolo 23 di Matteo. Entrambe le riflessioni avevano un afflato pragmatico, erano pregne di esperienze e di testimonianze di vita e ben radicate nella realtà; ciò, lungi dallo sminuire la natura spirituale delle meditazioni, la avvalora, in quanto non è possibile concepire una spiritualità avulsa dalla carne. Appare necessario, infatti, non circoscrivere la vita spirituale in una preghiera che è pura contemplazione di Dio e considera il volto dell’altro una distrazione da evitare (Cf. Gaudete et exsultate, n. 154). In altre parole, si rivela essenziale non confondere la vita spirituale con «alcuni momenti religiosi che offrono un certo sollievo ma che non alimentano l’incontro con gli altri, l’impegno nel mondo, la passione per l’evangelizzazione» (Evangelii gaudium, n. 78). Proprio per questo le riflessioni erano intrise di letteratura, perché quest’ultima non omette l’umano, ma apre una via affinché la natura propria dell’uomo si possa esprimere nella sua bellezza e poliedricità. La letteratura, pertanto, permette di narrare i desideri più intimi dell’uomo, mettendo in luce le sue miserie e le sue gioie, i suoi bisogni e le sue capacità (Cf. Gaudium et spes, n. 62). Don Gianni De Robertis, con le sue parole, ci ha introdotti in una palestra, qual è la Quaresima, che ha come porta d’ingresso proprio il Mercoledì delle Ceneri e come finalità quella di farci esercitare nella lotta contro il male, immergendoci e lasciandoci provocare da una realtà che si dà in una forma sempre più complessa.
Filippo Macchia, III anno