Cos'è il Cottolengo?
E la domanda che molti prima di partire mi hanno fatto, ed io semplicemente ho risposto è un luogo
che accoglie i diversamente abili.
No. Il Cottolengo non è questo. Il Cottolengo non è un luogo. Il Cottolengo non e un'istituzione.
Il Cottolengo è un santuario di umanità, fatta di braccia, gambe, mani.
Ogni giorno, braccia coraggiose si adoperano con dedizione e tenacia per offrire conforto e
assistenza a coloro che ne hanno di bisogno.
Non sono solo braccia, ma strumenti di amore, che avvolgono chi soffre con una carezza gentile e
rassicurante. Gambe che si affrettano in una corsa contro il tempo, non per competere, ma per
rispondere prontamente ai bisogni di ciascuno. Sono gambe mosse dalla passione di aiutare, di
essere vicini, di condividere un cammino insieme, senza lasciare indietro nessuno. Mani che non
sono semplicemente estensioni del corpo, ma veicoli di empatia e comprensione. Ogni gesto è
intriso di affetto, ogni tocco è un messaggio di speranza, ogni carezza è un raggio di luce.
Il Cottolengo non è solo fatto di mura, ma di volti, sguardi e sorrisi.
Ogni ospite, ogni operatore, ogni volontario, tutti si fondono in un'unica famiglia, dove l'amore è il
collante che tiene insieme le anime. Le differenze svaniscono, e l'umanità si mostra in tutta la sua
bellezza e diversità.
Una sola è la missione, che risuona in ogni angolo del Cottolengo: AMARE.
L'amore che si manifesta nella dedizione, nell'ascolto attento, nella disponibilità.
Qui è casa. Casa per chi cerca affetto e sostegno. Dimora accogliente per chi sente di non
appartenere altrove.
Qui, l'amore trascende le barriere della disabilità, delle differenze e delle avversità.
Il Cottolengo è un'ode all'amore incondizionato, un esempio tangibile di come, con una sola
missione: amare, si possa cambiare il mondo.
Ed è così che il Cottolengo continuerà a essere un faro di speranza, per il mio oggi e il mio domani.
Con il cuore pieno di gratitudine e di amore, continuerò il mio cammino con la certezza che
l'esempio del Cottolengo sarà la mia bussola, guidandomi verso un futuro di speranza e di
generosità. E ad ogni passo, porterò con me la consapevolezza che AMARE è la missione più
nobile che posso abbracciare.
Antonio Acclavio, V anno