“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace” (Is 52,7); è questo il titolo della Giornata mondiale della pace di quest’anno. Parlare di pace è sempre difficile ma, in questo periodo di pandemia, di cambiamento climatico e di un nuovo sorgere di venti di guerra, sembra quasi impossibile; di fronte a questa situazione il Papa invita ogni persona a costruire nel proprio piccolo la pace e propone tre vie:
- il dialogo tra le generazioni; lo sviluppo economico ha portato alla divisione e allo scontro tra le generazioni ma la pandemia ha fatto riscoprire il bisogno di dialogo tra chi custodisce la memoria del passato, gli anziani, e coloro che portano avanti la storia, i giovani. Solo questo dialogo porterà a scansare soluzioni rattoppate ma a costruire un vero e proprio progetto che frequenta il passato, radicato nel presente e proteso al futuro;
- l’istruzione e l’educazione; fondamentali per il dialogo ma sacrificati negli investimenti a favore delle spese militari. Si deve costruire una cultura della cura che abbatta le barriere e costruisca ponti;
- promuovere e assicurare il lavoro come espressione di sé e dei propri doni in collaborazione con gli altri. In una situazione di crisi economica non ci si può arrendere alla povertà e alla criminalità organizzata ma serve permettere ad ognuno di dare il proprio contributo nella costruzione della società. Le iniziative imprenditoriali devono essere libere ma, allo stesso tempo, responsabili civilmente e non avere il profitto come un’unica linea guida.
Solo applicando queste tre linee guida la società, aiutata dalla politica e dalla Chiesa, può costruire un mondo più giusto ed umano nella pace.
Giuseppe Basile, IV anno
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