“Datevi al meglio della vita” (Christus Vivit, 143) è l’invito che Papa Francesco consegna ad ogni giovane, ad ogni credente, ad ognuno di noi, per ricordarci soprattutto in questo periodo della storia in cui preoccupazioni e ritmi veloci ci rapiscono sempre più, una verità fondamentale: siamo chiamati a vivere una vita all’insegna della felicità.
Soltanto vivendo una vita felice saremmo in grado di saper scorgere quella fecondità che abita in essa. Sono stati tre giorni intensi quelli del Convegno Nazionale Vocazioni, svoltosi a Roma dal 3 al 5 gennaio 2020, i cui contenuti possono essere riascoltati qui, giorni ricchi di testimonianze, di studio e condivisioni in cui rappresentanti di tutta la Chiesa Italiana, impegnati nel discernimento vocazionale, si sono incontrati per mettere al centro della loro riflessione i giovani e l’accompagnamento vocazionale. Nutrita è stata la partecipazione dei Centri diocesani Vocazioni della Puglia (vedi foto allegata).
Don Michele Gianola, direttore nazionale del UNPV-CEI nel suo intervento di apertura dei lavori del Convegno ha ricordato che bisogna, nella nostra prassi ecclesiale, “guardare alla realtà senza mai perdere la speranza. Il Signore agisce attraverso gesti semplici che raccontano questa vita feconda.” Tanti sono stati i volti noti che si sono susseguiti sul palco per dare la loro testimonianza di vita. Simona Atzori è riuscita a mostrare con la bellezza dell’arte e della danza come ogni limite della persona, fisico e non, non è un muro che isola dagli altri e che in realtà basta cambiare la prospettiva con la quale si vede l’ostacolo per rimettersi in gioco nella propria vita. I ragazzi non hanno bisogno di molto ma hanno bisogno di noi! Hanno bisogno che noi crediamo in loro. Ecco allora la domanda focale: Cosa ti manca per essere felice? La risposta non può partire dalla mancanza, quasi per non poter essere felici, bisogna focalizzarsi su ciò che già si ha. Sono le nostre unicità che ci rendono ciò che siamo. S. Em.za Mons. Jean Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo, ha poi approfondito il tema della Chiesa in questo momento storico. Una Chiesa che è chiamata ad essere dinamica, aperta al nuovo, fiduciosa nell’azione dello Spirito del Risorto, perché i giovani possano abitarla. Nel suo discorso ha descritto varie esperienze da lui vissute con i giovani per far riscoprire loro la bellezza del Vangelo, la bellezza dell’essenziale, l’esigenza del vivere accanto ai bisognosi e del saper riscoprire ciò che realmente conta nella vita. L’impronta di tutto il convegno è stata la testimonianza. Ciò che più di tutto viene chiesto dai giovani stessi è una testimonianza di vita autentica, semplice e coinvolgente. Siamo chiamati a testimoniare l’amore di Dio per l’umanità nella nostra vita quotidiana partendo dalle piccole cose. Il secondo giorno è stato incentrato sui lavori di gruppo, rivelati subito come una risorsa molto importante: ascoltare la voce delle persone che vivono queste dinamiche tutti i giorni. Ogni gruppo, composto da persone di provenienze differenti, ha così ascoltato, conosciuto e interagito con esigenze pastorali e motivazioni differenti a seconda delle esperienze di origine. In effetti il territorio italiano è così vasto e ricco da potersi arricchire tanto, in termini di vissuti, scelte e addirittura timori ma in cui il Signore continua a chiamare al meglio della vita. Il tutto poi ha trovato il fulcro e la forza nella veglia di preghiera avuta nella Parrocchia romana di San Gioacchino in Prati in cui ci si è affidati alla bontà e misericordia del Signore fra canti, danze, momenti di riflessione e preghiera. L’ultimo giorno ha avuto un carattere conclusivo e ricapitolativo: con la relazione del prof. Robert Cheaib siamo stati introdotti nel cuore del cristianesimo, nella gioia di sentirci amati e quindi nel cuore della Christus vivit stessa (4 capitolo) inoltre sono stati esposti i risultati dei lavori portati avanti il giorno prima dalla prof.ssa Assunta Steccanella e dal prof. Giovanni Grandi. Il risultato? Un bel cantiere di lavoro nel quale passione educativa, gioia di crescere insieme e respiro cattolico (universale) sono stati gli elementi portanti insieme alla scommessa fondamentale di cercare sempre il meglio della vita, sia da formatori, sia da giovani in formazione.
Pierpaolo Ingusci (III anno)