L’oratorio come il braccio della pastorale giovanile in una comunità parrocchiale; l’oratorio come la cornice di accoglienza per ciascun cristiano in un quadro ecclesiale poi più complesso di carismi, ministeri, movimenti, associazioni; l’oratorio come luogo di evangelizzazione chiamato in quanto tale a inculturarsi nei vari contesti in cui può sorgere. E noi, come attuale Sesto Anno, siamo andati a visitare dal 13 al 17 gennaio 2020 una terra prossima alle nostre realtà ecclesiali, l’Umbria, in particolare nella sfaccettatura di alcuni dei suoi oratori perugini: in diversi di questi è molto interessante, infatti, notare l’ormai storica sinergia tra i vari e diversi componenti di gruppi ecclesiali verso e dentro iniziative comuni rivolte anzitutto ai più piccoli e ai più giovani. Ma non solo, in fondo.
Grazie all’ausilio e alla proposta dell’ANSPI (nello specifico, dei comitati regionali pugliese e umbro), ciò che al mattino ci era proposto da diversi esperti nella riflessione laboratoriale sul fare circoli e oratori cercava di diventare al pomeriggio inveramento più pratico ed esemplificativo di modi e storie d’azione di pastorale dell’oratorio: a San Sisto, a Prepo, a San Martino in Campo abbiamo avuto modo di addentrarci in vite di oratorio a vario stadio (da quelli con una ricca storia alle spalle ad altri con i primi vagiti di cominciamento) oltre che con varia conformazione di luoghi, storie di vita e attività.
Risuona chiara in noi ora una precipua chiave di metodo: non si può cominciare a fare oratorio (così come, d’altronde, a mettere in atto qualsiasi autentica, efficace e duratura azione pastorale) senza una progettazione, che sia nutrita da osservazioni, da competenze, da dialoghi, da contestualizzazioni, da verifiche costanti.
La formazione teorica e pratica ricevuta in questi giorni è stata avvolta anche da altri elementi piacevoli per la vita del gruppo più adulto del nostro Regionale: l’accoglienza riservataci dall’omologo Seminario Umbro; le bellezze spirituali, culturali, artistiche (e anche gastronomiche) di Assisi e Perugia; l’incontro con altri giovani e adulti che vivono con l’ardore di seguire Cristo e di testimoniarLo al mondo. Tra questi incontri brilla ancora in noi la figura di Giampiero Morettini, seminarista già nato al cielo e i cui genitori abbiamo avuto la grazia di incontrare: con i suoi, anche i nostri occhi sono rivolti verso l’Alt(r)o, certi che nemmeno con noi Dio si stia sbagliando. Mentre la sfida dell’oratorio può continuare a svelarsi come un tempo da percepire, da custodire, da gettare e da attendere ancora. In ogni nostro campo. A seconda dei nostri specifici, personali e comunitari tempi e ministeri. A volontà di Dio. E della sua eterna giovinezza.
Domingo Ariano (VI anno)