Introdotti dalle parole dell’apostolo Paolo, nel giorno del Mercoledì delle ceneri, la nostra comunità ha vissuto l’avvio del periodo quaresimale attraverso il ritiro comunitario e la celebrazione dell’Eucarestia con il rito di imposizione delle ceneri. A guidare questo nostro tempo di grazia è stato padre Pino Stancari S.J. che ci ha proposto come meditazione i salmi 50 e 51. Ed è stato così che ci siamo ritrovati immersi in una storia d’amore tradita, travagliata, in dibattito giudiziale bilaterale tra Dio e il suo popolo.
“Chi sono io per te? Che idea hai di me?” sono state domande che nelle rispettive meditazioni sono risuonate più volte nella nostra aula magna, alla luce degli spunti che Padre Pino ci suggeriva.
Un Dio che mosso dal suo amore per il popolo dell’alleanza chiama a testimoni della sua requisitoria il cielo e la terra; egli non riesce a tacere per il suo dolore, ma con un linguaggio ricco di aggettivi e di espressioni affettive, denuncia il suo dolore nei confronti di un amore non pienamente corrisposto. Un Dio che non desidera altro se non il ritorno a un sacrificio di lode, l’unione piena con lui.
Dinanzi a una dichiarazione d’affetto, l’orante, l’accusato, a nome di tutto il popolo esprime il suo pentimento; fa la sua confessione e ammette le sue colpe. L’uomo è peccatore sin da seno materno, sempre gli è innanzi il peccato, ma ciò non fa venir meno la certezza che Dio può ricrearlo, gli può dare un cuore puro!
Il miserere, il salmo penitenziale per eccellenza, allora, ci permette di confessare le nostre colpe, solo ammettendo le nostre miserie possiamo fare esperienza della gioia, dell’amore di Dio con noi, quella gioia, frutto dell’azione dello Spirito, già la intravediamo nel crocifisso glorioso, nel Risorto.
Sì,il tempo quaresimale ci fa ritornare sui nostri passi, sulle nostre ferite, ma alla luce del mistero di Cristo, quelle ferite si trasformano in feritoie dalle quale si sprigiona l’infinita misericordia di Dio!