«A quanti leggeranno questa lettera la speranza ricolmi il cuore». Con queste parole, Papa Francesco si rivolge a tutta l’umanità nell’intestazione della bolla Spes non confundit, con cui annuncia il Giubileo del 2025. Rivolgendosi a una società che, dopo essere entrata con fiducia nel terzo millennio, sembra oggi smarrita di fronte a numerose crisi (economiche, politiche e ambientali) e alla Chiesa, che appare priva di profezia e speranza, il Papa invita a riprendere il cammino della speranza, riscoprendo l’energia e il coraggio per affrontare con fiducia le sfide della storia. Una speranza che «nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce» (n. 3), che è alimentata dalla pazienza, dono dello Spirito, e che, radicata nella perseveranza, ridona al mondo, ormai globalizzato e iperconnesso, il vero significato del tempo e dello spazio.
Papa Francesco propone anche alcuni segni di speranza da vivere nel nostro tempo: il segno della pace in un mondo segnato dalla guerra; una nuova alleanza sociale in risposta alla perdita del desiderio di trasmettere vita; un’attenzione particolare ai detenuti, con l’apertura di una Porta Santa nel carcere di Rebibbia; gli ammalati e i giovani che, forse più che mai in questo periodo, faticano a guardare al futuro con speranza; i migranti e i rifugiati, gli anziani e i poveri.
Infine chiede alla Chiesa, che nel Giubileo celebrerà i 1700 anni dal Concilio di Nicea, di riscoprire la bellezza del “noi crediamo” così come ci è tramandato nel Simbolo affinché, nel credere e sperare insieme, i cristiani possano aprire vie di speranza in un mondo sempre più dominato dai particolarismi e dagli egoismi.
don Alessandro Rocchetti, padre spirituale