Arrivano gli ultimi giorni di questo anno così particolare e che rappresentano anche una buona parte del cammino in seminario, che per me è o sarebbe stato il VI!
Sui social, e non solo in tanti aspettano con ansia che finisca questo anno terribile che ci ha fatto conoscere la sofferenza della pandemia! E se da un lato, tutti speriamo che presto possa cessare l’emergenza sanitaria, dall’altro guardo e vivo questo tempo come una rinnovata occasione di grazia del Signore, che mi e ci sta insegnando il valore, l’unicità e la preziosità della vita, del servizio agli ultimi, dell’aiuto ai più dimenticati. Se da un lato è venuto meno il classico VI anno di seminario – l’anno della sintesi, dei bilanci, della conclusione e dell’inizio – dall’altro, il Signore mi ha donato la gioia di entrare nella bella comunità della Chiesa Madre di Lequile, che nonostante la pandemia e le restrizioni, cammina alla grande e permette a me di crescere e formarmi in una buona bottega. Sono nella terra te li cutimari, i vasai della vicina San Pietro in Lama e vedo che il torchio è buono e sta funzionando. Chiaramente, come ogni nuovo inizio, per me è stato come passare dalla culla accanto al lettone di mamma e papà, alla cameretta singola con lettino senza protezione. Finché sei in seminario o nella tua parrocchia, vivi tranquillo e cammini quasi per inerzia, ma quando rompi i confini che ti danno sicurezza, ti accorgi di essere diventato grande e che la strada si fa seria e soprattutto, si fa tua, tocca a te imboccare la traversa giusta, spianarla, prepararla al Signore, come ricorda il Battista.
La gioia si fa ancor più intensa perché, pur nelle difficoltà del momento, riceverò il dono dell’ordinazione diaconale che arriva in calcio d’angolo nell’ultima settimana del 2020, il prossimo 27 dicembre. È il dono che fa sintesi del cammino in Seminario e che mi chiederà di vivere con maggiore responsabilità il tempo presente che, se da un lato, rappresenta una grande ferita mondiale, possa tuttavia diventare, con il contributo di tutti e come ci ricorda don Tonino Bello, una feritoia di salvezza!
Antonio de Nanni, VI anno
Arcidiocesi di Lecce