Il Papa ha presieduto il concistoro pubblico per la canonizzazione di cinque beati. La cerimonia per la suora dei poveri si terrà in piazza San Pietro e non in India come richiesto dai vescovi di quel Paese.
Madre Teresa di Calcutta (al secolo: Agnese Gonxha Bojaxhiu), morta nel 1997 e beatificata in tempi record nell’ottobre da Giovanni Paolo II senza attendere i cinque anni per l’apertura del processo canonico, sarà proclamata santa da Papa Francesco domenica 4 settembre. La cerimonia è prevista a Roma, in piazza San Pietro, e non in India come avevano chiesto i vescovi di quel Paese. Madre Teresa è infatti una figura che va ben al di là dell’India, dove ha iniziato a occuparsi dei più poveri fra i poveri, e la sua canonizzazione sottolineerà questa portata universale. L’ufficializzazione della data di settembre, già nota in quanto rivelata nei mesi scorsi dal cardinale arciprete di San Pietro Angelo Comastri nel corso di un’intervista, è avvenuta questa mattina, nel corso del concistoro ordinario pubblico per le canonizzazioni.
I vescovi dell’India avevano chiesto a Francesco di visitare il Paese e in quell’occasione di canonizzare Madre Teresa. Di recente anche dal Pakistan era arrivato al Pontefice un invito, con la sottolineatura della possibile concomitanza con la visita indiana. Ma non ci sono viaggi in programma e oltre a quelli già annunciati per luglio in Polonia e a fine ottobre in Svezia, ne è allo studio uno in Armenia e Georgia per fine settembre. La grande “apostola degli ultimi”, che ha dedicato tutta la vita ai poveri offrendo amore e cura ai moribondi abbandonati per strada, la fondatrice delle suore missionarie della carità nel cui ordine servivano anche le quattro religiose uccise nei giorni scorsi in Yemen, sarà dunque proclamata santa a Roma.
Il miracolo attribuito all’intercessione di Madre Teresa, che ha reso possibile la canonizzazione, è stato approvato dal Papa lo scorso 17 dicembre, giorno del suo compleanno. Il caso di guarigione straordinaria è stato vagliato dai medici, dai teologi e quindi dai cardinali e vescovi della Congregazione per le cause dei santi. Si tratta della guarigione straordinaria, avvenuta il 9 dicembre del 2008, di un uomo brasiliano, oggi quarantaduenne, che era in fin di vita a motivo di «ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo» ed era già stato «sottoposto a trapianto renale e in terapia con immunosoppressori», come si legge nella cartella clinica. Un caso davvero critico con una prognosi decisamente infausta che senza alcun intervento chirurgico si era risolta repentinamente in modo completo e duraturo. I medici della consulta della Congregazione avevano dichiarato all’unanimità, con sette voti su sette, scientificamente inspiegabile la guarigione.