Il ritiro mensile costituisce per la nostra comunità un appuntamento che alimenta la vita spirituale. Non può assolutamente mancare! Qualcuno potrebbe chiedersi il perché!
Spesso si pensa che già stare-in-seminario sia un ritirarsi dal mondo esterno e dalla realtà che ci circonda per vivere in un luogo, che ha il sapore di un tempo. C’è tuttavia un significato più profondo che possiamo riconoscere alla scelta di ritirarsi – di fare-un-ritiro.
Don Alessandro Rocchetti (padre spirituale del gruppo di II anno) ci ha invitato, sin dall’inizio di quest’anno, alla fiducia e alla responsabilità nonostante la fatica e le preoccupazioni del presente. Fiducia e responsabilità, quindi. Fiducia in chi?
Il ritiro costituisce un focus per la nostra vita interiore che ci aiuta a farci le domande degli inizi per chiederci nuovamente: “Ora dove sono io?”. Solitamente è così che si prepara ogni esperienza di ritiro, perché prima di addentrarsi nella preghiera è necessario toccare sé stessi. Accompagnati dalla Parola di Dio e dalla meditazione offerta dai padri spirituali iniziamo questo cammino, in silenzio. Anche qui, non è sempre facile passare dall’allegria della vita comune al silenzio, elemento indispensabile per ascoltare Dio che parla nel nostro cuore.
Per ascoltare, poi, abbiamo bisogno di guardare. L’ascolto e lo sguardo sono i fondamenti della fiducia. Ecco che il seminario ci invita all’adorazione eucaristica silenziosa notturna: dopo l’ascolto della Parola e la riflessione personale, ognuno di noi è chiamato nella notte a scegliere di affidare tutta la propria vita allo sguardo di Gesù. Spesse volte don Gianni, il nostro rettore, ci ricorda che questa esperienza dell’adorazione eucaristica contraddistingue la nostra comunità, perché noi scegliamo di lasciare il sonno per qualcosa che ci è più grande e a cui teniamo: l’amore per Dio e per i fratelli.
In definitiva, più che un ritiro – come potrebbe sembrare apparentemente- senza senso, questa è una esperienza che continua a costruire la comunione fra di noi, aiutandoci a rispettarci anzitutto nel silenzio ma al tempo stesso proprio questa sosta diventa per ciascuno un Ri-Tiro, cioè un reimmergersi nella vita comune e personale in maniera nuova, perché guardati da uno sguardo d’amore.
Antonio Caterino, II anno