A distanza di alcuni mesi dalla firma di Papa Francesco all’Esortazione Apostolica postsinodale Christus vivit è venuto a visitare la nostra comunità don Rossano Sala sdb, Segretario Speciale del Sinodo sui giovani.
Era un desiderio già caldeggiato da molti lo scorso anno e molti della comunità avvertivano l’esigenza di approfondire temi a noi vicini come quelli affrontati nel Sinodo: i giovani, la fede ed il discernimento vocazionale.
L’intervento di don Rossano ha attinto da tutto il bagaglio di esperienza vissuta nell’Assemblea sinodale, dall’ascolto simultaneo dei Padri e del mondo giovanile, sicuramente un testimone privilegiato di tutto l’iter sinodale che ha dato snodo alla stesura del Documento Finale prima e della Christus vivit poi.
Inutile sottolineare come si è da subito avvertita la sua formazione salesiana: nel suo modo appassionato di parlare dei giovani e nei rimandi concreti al mondo dell’oratorio, dell’educazione e della fiducia al mondo giovanile.
Proprio questa immagine di una gioventù positiva è stato l’incipit di tutto il suo discorso riprendendo ciò che il Papa aveva pronunciato nella prima Congregazione Generale, il 3 ottobre 2018: il Santo Padre esortava la Chiesa a far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni ecc. In sintesi creare un immaginario positivo che illumini le menti e ispiri ai giovani la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo.
Un cammino sicuramente esigente, quindi, ma carico di possibilità e di creatività.
Don Rossano ha cercato di sintetizzare con quattro chiavi di lettura il percorso che è stato fatto come Chiesa durante il Sinodo, quattro nuclei che si catalizzano a partire dai quattro principi contenuti in Evangelii Gaudium. Per ciascuno di essi ha segnalato alcuni temi strategici del cammino sinodale e che sono importanti per il rilancio della pastorale con e per i giovani. I nuclei e i temi sono stati rispettivamente: «il tempo è superiore allo spazio» (entrare nel cammino sinodale), l’«unità prevale sul conflitto» (aprirsi alla sinodalità missionaria), «la realtà è più importante dell’idea» (abitare la condizione giovanile) e in ultimo «il tutto è superiore alla parte» (imparare a discernere).
Il discorso si è soffermato innanzitutto sull’ ultimo aspetto, quello del discernimento, parlando della Chiesa come casa dell’accompagnamento e ambiente del discernimento e che l’obiettivo dell’accompagnamento è proprio il discernimento: si accompagna – ha spiegato Sala – per discernere e ha aggiunto che l’autorità tipica della figura dell’educatore deve essere vista come servizio al discernimento.
Da buon salesiano ha poi riassunto il suo contributo in maniera originale con la consegna delle tre “A” del rinnovamento pastorale, tre doni/compiti da ricevere e far fruttificare. Si parte dall’ascolto come primo passo per entrare con verità nel ritmo del discernimento, l’annuncio come dono della verità del Vangelo ai giovani e l’accompagnamento come l’acquisizione della signorilità e della discrezione di Gesù che manifesta la sua autorità educativa mettendosi da parte con prontezza ed eleganza.
Ci ha lasciati con un augurio, nato proprio dalle condivisioni del cammino sinodale: che possiamo assumere un modo di essere e lavorare insieme che faccia la differenza, diventando il modo normale e quotidiano del nostro essere apostoli dei giovani.