Il messaggio di Papa Francesco per la IV Giornata mondiale per i poveri è una citazione del libro del Siracide: Tendi la tua mano al povero. Il testo biblico ci ricorda che è impossibile vivere la fede in Dio staccata dall'amore per i fratelli ma questa rimane una tentazione molto forte nella nostra vita. L'indifferenza verso il povero è negazione di tutto ciò che crediamo; nega, infatti, il fatto che noi siamo stati i primi a cui è stata tesa una mano da parte di Dio; nega la fratellanza umana che trova radice nell'essere figli dello stesso Padre, nega che ogni uomo sia ad immagine e somiglianza di Dio e, infine, nega l'incarnazione stessa del Figlio che ha voluto essere povero tra i poveri. La pandemia che stiamo vivendo ci ha fatto rendere conto di quanta responsabilità abbiamo verso il fratello che vive insieme con noi e di quante opere buone spesso mettiamo in secondo piano dando attenzione solo agli eventi più grandi; penso ai sacerdoti, agli infermieri, ai medici e ai volontari che hanno teso e continuano a tendere la mano verso i nuovi poveri vittime dell’emergenza anche se si vive un momento di disorientamento mondiale. La caduta di tante false certezze ci ha fatto riscoprire che siamo tutti poveri e bisognosi di relazioni fondate sull'amore e non sull'interesse o l'illusione; siamo di fronte a quello che potrebbe essere un ritorno alle piccole e semplici cose che sono il vero bisogno dei poveri. Potremo avere tutti i soldi del mondo, sfamare ogni persona, dare una vita dignitosa a tutti ma sarebbe solo un modo differente di fuggire dalle nostre responsabilità e continuare a vivere l'indifferenza verso l'altro. Tendere la mano non deve essere solo il gesto del dare qualcosa al povero ma di tirarlo fuori dall'anonimato per renderlo qualcuno così come Cristo ci ha risollevato dal peccato per renderci fratelli in Dio.
Giuseppe Basile, III anno
Arcidiocesi di Taranto