A distanza di due anni dal primo incontro svolto a Bari nel 2020 dal titolo “Mediterraneo frontiera di pace”, i vescovi da diversi paesi affacciati sul Mediterraneo si sono nuovamente incontrati per un secondo appuntamento. Proprio all’insegna della continuità si è svolto quindi questo secondo evento, coinvolgendo questa volta anche i sindaci delle città mediterranee. In totale 60 episcopi e 65 primi cittadini, riuniti insieme con un unico scopo: dialogare per la pace. L’iniziativa è stata voluta dal cardinale Bassetti, presidente della CEI, che ha voluto recuperare un’intuizione di Giorgio La Pira, già sindaco di Firenze negli anni novanta, che per primo volle questi incontri dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo. Proposta accolta positivamente da Papa Francesco, tanto che si è recato personalmente a Bari per chiudere i lavori e rilanciare il guadagno più grande: il dialogo. Così, dopo Bari, a fare da cornice al secondo evento è stata la città di Firenze, culla di cultura e di arte, e oggi anche luogo di incontro e conoscenza reciproca. L’incontro di Firenze è stato quindi l’approfondimento del desiderio maturato a Bari, divenendo a sua volta un grande successo. Innanzitutto per le presenze: tutt’altro che scontato vedere insieme vescovi e laici, nonché sindaci di luoghi con culture e religioni differenti. Ancora più importante però è stato il risultato finale, ovvero la carta di Firenze. Il documento è stato firmato da tutti i presenti ed ha definito la volontà di favorire il dialogo tra i popoli del Mediterraneo, di studiare e lavorare per la pace, per la giustizia e per la convivenza fraterna in tutte le città. L’auspicio è che il Mediterraneo diventi luogo di incontro e non di scontro, luogo di accoglienza e non di intolleranze. Lo stesso Bassetti, nel ringraziare il Presidente della Repubblica, che ha fatto visita all’evento nel giorno di chiusura dei lavori ed ha partecipato alla Celebrazione eucaristica finale, ha affermato che l’incontro è stata una esperienza di ascolto e condivisione nello spirito dell'enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco. In essa i vescovi e i sindaci hanno constatato i benefici che provengono dall'intensificare le collaborazioni nelle proprie città al fine di preservare la giustizia, rafforzare la fraternità e il rispetto di tutti i cittadini e le comunità culturali e religiose presenti. Non è mancato inoltre uno sguardo all’Ucraina, paese non lontano dal Mediterraneo e dove in questi giorni le logiche sono ben lontane da quelle della pace; forte è stata la richiesta di cessare la guerra. Alla fine dei lavori, sempre per bocca di Bassetti, è stato fatto l’invito di portare la Carta di Firenze nelle città, nelle scuole, nelle comunità religiose, nelle parrocchie, per divulgarla ed incarnarla nella vita. Essa è infatti la testimonianza che esiste una coscienza mediterranea, è un patto di amicizia sociale, ed è un raggio di luce nell'ora più buia. In questa società, allora, spesso segnata da logiche di scontro è stata accesa una luce nuova. Così il contributo più grande di questa iniziativa di Firenze è proprio una diversità di stile, ovvero lo stile del dialogo e dell’incontro, come possibilità concreta per tutti gli uomini e come alternativa all’indifferenza e alla guerra.